domenica, 1 ottobre 2023
Medinews
25 Maggio 2017

Brain Metastases in Newly Diagnosed Breast Cancer: A Population-Based Study

Population-based estimates of the incidence and prognosis of brain metastases at diagnosis of breast cancer are lacking. To characterize the incidence proportions and median survivals of patients with breast cancer and brain metastases at the time of cancer diagnosis. Patients with breast cancer and brain metastases at the time of diagnosis were identified using the Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER) database of the National Cancer Institute. Data … (leggi tutto)

Questo studio è il primo su un ampio registro di popolazione che fornisce dati riguardanti l’incidenza di metastasi cerebrali al momento della diagnosi di carcinoma mammario e la prognosi di questi pazienti. Il dato di incidenza riportato da questa casistica risulta tuttavia comunque sottostimato, in quanto le linee guida non raccomandano l’utilizzo di imaging cerebrale come screening alla diagnosi di carcinoma mammario, consigliandone l’utilizzo solo in presenza di sintomi. Conseguentemente, possiamo supporre che l’incidenza reale di metastasi cerebrali in questa popolazione sia maggiore di quanto riportato. L’alta incidenza (> 10%) di metastasi cerebrali nelle pazienti in stadio IV alla diagnosi con sottotipo HR-/HER2+ e triplo-negativo supporta l’esecuzione di studi volti a valutare l’opportunità di eseguire screening cerebrale per pazienti con queste caratteristiche. Al momento, non sono disponibili evidenze dell’utilità clinica di tale screening in termini di miglioramento della prognosi o della qualità di vità dei pazienti. Tuttavia, la crescente disponibilità di trattamenti meno invasivi (come ad esempio l’utilizzo di RT stereotassica invece che RT whole-brain) da utilizzare laddove le lesioni cerebrali vengano diagnosticate ad uno stadio precoce, dovrebbe spingere a valutare attentamente i possibili benefici di uno screening precoce. Tali benefici potrebbero essere particolarmente marcati nei sottogruppi di pazienti a miglior prognosi (come ad esempio il sottotipo HR+/HER2+), con l’obiettivo di evitare effetti neurotossici di eventuali trattamenti locali in pazienti lungosopravviventi. Principale limite di questo studio è la non disponibilità di dati relativi alla comparsa di metastasi cerebrali successivamente alla diagnosi di carcinoma mammario. L’assenza di tali dati potrebbe essere un bias rilevante, in particolar modo per il sottogruppo HR+/HER2- in cui l’insorgenza di secondarismi cerebrali rappresenta spesso un evento tardivo.
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