Nei pazienti anziani con tumore metastatico del colon-retto la combinazione dei due farmaci è efficace e ben tollerata. I pazienti anziani sono spesso sotto-rappresentati negli studi clinici del tumore metastatico del colon-retto, ma gli investigatori dello studio AVEX, tra cui il gruppo dell’Istituto Nazionale dei Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, hanno valutato l’efficacia e la sicurezza della combinazione di bevacizumab e capecitabina rispetto alla monoterapia con capecitabina nei pazienti anziani. I pazienti di età ≥ 70 anni con tumore metastatico del colon-retto, non trattati precedentemente, inoperabile, che erano stati giudicati non candidabili a regimi chemioterapici contenenti oxaliplatino o irinotecan, sono stati randomizzati (1:1), con sistema interattivo di risposta vocale, e stratificati secondo performance status e regione geografica a questo studio randomizzato di fase 3, in aperto. Il trattamento era costituito da capecitabina (1000 mg/m
2 per os due volte al giorno, ai giorni 1 – 14) sola o in combinazione con bevacizumab (7.5 mg/kg per via endovenosa, al giorno 1), somministrati ogni 3 settimane fino a progressione della malattia, effetti tossici inaccettabili o ritiro del consenso. Le analisi di efficacia sono state eseguite sulla popolazione ‘intention-to-treat’ ed endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione. Nello studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology (
leggi abstract), gli autori hanno arruolato, tra il 9 luglio 2007 e il 14 dicembre 2010, 280 pazienti con età mediana di 76 anni (range: 70 – 87) in 40 centri di 10 Paesi di Europa, Canada e Corea del Sud. I pazienti hanno ricevuto la combinazione di bevacizumab e capecitabina (n = 140) oppure sola capecitabina (n = 140). La sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente più lunga con la combinazione che con la monoterapia (mediana rispettivamente di 9.1 mesi, IC 95%: 7.3 – 11.4; vs 5.1 mesi, IC 95%: 4.2 – 6.3; hazard ratio 0.53, IC 95%: 0.41 – 0.69; p < 0.0001). Eventi avversi di grado 3 o più grave, correlati al trattamento, si sono manifestati in 53 pazienti (40%) nel gruppo randomizzato alla combinazione e in 30 (22%) in quello a sola capecitabina, mentre gli eventi avversi seri, legati al trattamento, erano osservati rispettivamente in 19 (14%) e 11 (8%) pazienti. Gli eventi avversi più comuni, di grado 3 o più grave, legati al trattamento con bevacizumab o alla chemioterapia, erano sindrome mano-piede (21 pazienti [16%] vs 9 [7%]), diarrea (9 pazienti [7%] vs 9 [7%]) ed eventi trombo-embolici venosi (11 pazienti [8%] vs 6 [4%]). I decessi correlati al trattamento erano cinque nel gruppo randomizzato alla combinazione e quattro tra i pazienti trattati con sola capecitabina. L’evento avverso di ogni grado, più comune, particolarmente interessante per bevacizumab, era l’emorragia (34 pazienti [25%] vs 9 [7%]). In conclusione, la combinazione di bevacizumab e capecitabina è un regime efficace e ben tollerato nei pazienti anziani che sviluppano tumore metastatico del colon-retto.