sabato, 14 dicembre 2024
Medinews
1 Aprile 2014

BENEFICIO CLINICO DI UNA INIBIZIONE CONTINUA DI ALK CON CRIZOTINIB DOPO PROGRESSIONE INIZIALE DELLA MALATTIA IN PAZIENTI CON TUMORE POLMONARE AVANZATO NON A PICCOLE CELLULE, ALK-POSITIVO

I pazienti che continuano la terapia con crizotinib, dopo progressione del tumore, hanno maggiori probabilità di mostrare un buon performance status ECOG (0 – 1) al momento della progressione. La continuazione dell’inibizione ALK con crizotinib, dopo progressione della malattia, può offrire un beneficio di sopravvivenza ai pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), avanzato, ALK-positivo. Crizotinib è stato approvato per il trattamento del NSCLC avanzato, ALK-positivo, ma la maggior parte dei pazienti eventualmente sviluppa progressione della malattia. I ricercatori del Chao Family Comprehensive Cancer Center, University of California di Irvine, in collaborazione con colleghi statunitensi, sudcoreani e italiani (Ospedale-Universitario di Perugia), hanno esaminato se la continuazione dell’inibizione di ALK con crizotinib, dopo progressione del tumore, offrisse beneficio clinico e hanno cercato di identificare le caratteristiche clinico-patologiche associate ai pazienti che manifestano questo beneficio clinico. Ai pazienti con NSCLC avanzato, ALK-positivo, arruolati in due studi multicentrici, di singolo braccio, in corso, che avevano sviluppato progressione della malattia, definita secondo i criteri RECIST, è stato permesso di continuare crizotinib se stavano osservando beneficio clinico. In questa analisi retrospettiva, pubblicata sulla rivista Annals of Oncology (leggi abstract), la continuazione di crizotinib dopo progressione della malattia era definita come il trattamento con l’agente per > 3 settimane dopo documentazione della progressione del tumore. I pazienti che avevano manifestato progressione della malattia come migliore risposta al trattamento iniziale con crizotinib sono stati esclusi dall’analisi. Le caratteristiche basali e di post-progressione, le localizzazioni della malattia alla progressione e la sopravvivenza globale (OS) sono state comparate nei pazienti che hanno continuato il trattamento con crizotinib dopo progressione, rispetto a quelli che lo hanno sospeso. In questo studio, è stato valutato l’impatto della continuazione del trattamento con crizotinib, dopo progressione sulla OS, dopo aggiustamento per i potenziali fattori di confondimento. Tra i 194 pazienti trattati con crizotinib, che hanno mostrato progressione della malattia secondo i criteri RECIST, 120 (62%) hanno continuato l’assunzione di crizotinib dopo progressione. Una percentuale significativamente maggiore di pazienti che hanno continuato la terapia con crizotinib dopo progressione, rispetto a quelli che hanno sospeso il trattamento, aveva un performance status ECOG di 0 – 1 alla progressione della malattia (96 vs 82%; p = 0.02). La continuazione di crizotinib dopo progressione della malattia ha significativamente migliorato la OS dal momento della progressione [mediana: 16.4 vs 3.9 mesi; hazard ratio (HR) 0.27, intervallo di confidenza [IC] 95%: 0.17 – 0.42; p < 0.0001] e la OS dall’inizio del trattamento con crizotinib (mediana: 29.6 vs 10.8 mesi; HR 0.30, IC 95%: 0.19 – 0.46; p < 0.0001). L’analisi di regressione di Cox, a covariate multiple, ha rivelato che la continuazione di crizotinib dopo progressione rimaneva associata significativamente a una migliore OS anche dopo aggiustamento per fattori rilevanti. In conclusione, i pazienti che hanno continuato la terapia con crizotinib dopo progressione del NSCLC hanno mostrato maggiori probabilità di avere un buon performance status ECOG (0 – 1) al momento della progressione del tumore. La continuazione dell’inibizione di ALK con crizotinib, dopo progressione della malattia, può offrire quindi un beneficio di sopravvivenza nei pazienti con NSCLC avanzato, ALK-positivo.
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