I pazienti che continuano la terapia con crizotinib, dopo progressione del tumore, hanno maggiori probabilità di mostrare un buon performance status ECOG (0 – 1) al momento della progressione. La continuazione dell’inibizione ALK con crizotinib, dopo progressione della malattia, può offrire un beneficio di sopravvivenza ai pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), avanzato, ALK-positivo. Crizotinib è stato approvato per il trattamento del NSCLC avanzato, ALK-positivo, ma la maggior parte dei pazienti eventualmente sviluppa progressione della malattia. I ricercatori del Chao Family Comprehensive Cancer Center, University of California di Irvine, in collaborazione con colleghi statunitensi, sudcoreani e italiani (Ospedale-Universitario di Perugia), hanno esaminato se la continuazione dell’inibizione di ALK con crizotinib, dopo progressione del tumore, offrisse beneficio clinico e hanno cercato di identificare le caratteristiche clinico-patologiche associate ai pazienti che manifestano questo beneficio clinico. Ai pazienti con NSCLC avanzato, ALK-positivo, arruolati in due studi multicentrici, di singolo braccio, in corso, che avevano sviluppato progressione della malattia, definita secondo i criteri RECIST, è stato permesso di continuare crizotinib se stavano osservando beneficio clinico. In questa analisi retrospettiva, pubblicata sulla rivista Annals of Oncology (
leggi abstract), la continuazione di crizotinib dopo progressione della malattia era definita come il trattamento con l’agente per > 3 settimane dopo documentazione della progressione del tumore. I pazienti che avevano manifestato progressione della malattia come migliore risposta al trattamento iniziale con crizotinib sono stati esclusi dall’analisi. Le caratteristiche basali e di post-progressione, le localizzazioni della malattia alla progressione e la sopravvivenza globale (OS) sono state comparate nei pazienti che hanno continuato il trattamento con crizotinib dopo progressione, rispetto a quelli che lo hanno sospeso. In questo studio, è stato valutato l’impatto della continuazione del trattamento con crizotinib, dopo progressione sulla OS, dopo aggiustamento per i potenziali fattori di confondimento. Tra i 194 pazienti trattati con crizotinib, che hanno mostrato progressione della malattia secondo i criteri RECIST, 120 (62%) hanno continuato l’assunzione di crizotinib dopo progressione. Una percentuale significativamente maggiore di pazienti che hanno continuato la terapia con crizotinib dopo progressione, rispetto a quelli che hanno sospeso il trattamento, aveva un performance status ECOG di 0 – 1 alla progressione della malattia (96 vs 82%; p = 0.02). La continuazione di crizotinib dopo progressione della malattia ha significativamente migliorato la OS dal momento della progressione [mediana: 16.4 vs 3.9 mesi; hazard ratio (HR) 0.27, intervallo di confidenza [IC] 95%: 0.17 – 0.42; p < 0.0001] e la OS dall’inizio del trattamento con crizotinib (mediana: 29.6 vs 10.8 mesi; HR 0.30, IC 95%: 0.19 – 0.46; p < 0.0001). L’analisi di regressione di Cox, a covariate multiple, ha rivelato che la continuazione di crizotinib dopo progressione rimaneva associata significativamente a una migliore OS anche dopo aggiustamento per fattori rilevanti. In conclusione, i pazienti che hanno continuato la terapia con crizotinib dopo progressione del NSCLC hanno mostrato maggiori probabilità di avere un buon performance status ECOG (0 – 1) al momento della progressione del tumore. La continuazione dell’inibizione di ALK con crizotinib, dopo progressione della malattia, può offrire quindi un beneficio di sopravvivenza nei pazienti con NSCLC avanzato, ALK-positivo.