Uno studio italiano pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology (
leggi abstract originale) indica miR-200c quale fattore predittivo di sopravvivenza e biomarcatore di recidiva del cancro epiteliale ovarico in stadio FIGO I (International Federation of Gynecology and Obstetrics), che presenta una prognosi significativamente migliore rispetto allo stadio III/IV e una sopravvivenza di circa l’80% a 5 anni, rispetto a circa il 20% nelle donne con il tumore in stadio più avanzato. Però, il 20% delle pazienti in stadio I sviluppano recidiva entro 5 anni dalla diagnosi. È quindi cruciale definire le proprietà biologiche dei tumori in stadio I. Diversi microRNA (miRNA) hanno mostrato un potenziale diagnostico e prognostico nel cancro epiteliale ovarico in stadio III e IV, ma il basso numero di pazienti che ricevono diagnosi di tumore in stadio I ha impedito lo studio delle sue caratteristiche molecolari. Gli autori hanno esaminato il profilo di espressione di vari miRNA nei tumori epiteliali ovarici in stadio I per valutare se esisteva una firma di miRNA associata alla sopravvivenza globale (SG) e libera da progressione (SSP). Gli specialisti italiani hanno analizzato campioni di tumore ottenuti da 144 pazienti (29 delle quali in recidiva) in stadio I in due raccolte indipendenti di tessuto tumorale (A e B), entrambe con un follow-up di 9 anni. Gli 89 campioni provenienti dalla raccolta A sono stati stratificati in un gruppo di ‘training’ (51 campioni, 15 dei quali provenivano da pazienti in recidiva) per la generazione di firme di miRNA e un gruppo di validazione (38 campioni, 7 dei quali da pazienti in recidiva), per la validazione della firma. La raccolta di tessuto tumorale B (55 campioni, 7 dei quali da pazienti in recidiva) è stata usata per il test indipendente. Il modello di rischio proporzionale di Cox e il test log-rank sono stati usati per valutare la correlazione tra miRNA validato con PCR quantitativa (qRT-PCR) e SG e SSP. I risultati indicano una firma di 34 miRNA associati alla sopravvivenza che è stata generata con microarray nel gruppo di ‘training’. Nei campioni di ‘training’ e validazione, l’analisi qRT-PCR ha confermato una diversa espressione di 11 miRNA (miR-214, miR-199a-3p, miR-199a-5p, miR-145, miR-200b, miR-30a, miR-30a*, miR-30d, miR-200c, miR-20a e miR-143) nelle pazienti che presentano recidiva, rispetto a quelle che non manifestano progressione. In particolare, 3 di questi miRNA (miR-200c, miR-199a-3p, miR-199a-5p) sono stati associati a SSP, SG o a entrambe in analisi multivariata. L’analisi qRT-PCR nei campioni di test indipendente ha confermato la ‘down-regulation’ di miR-200c nelle pazienti in recidiva, ma non la sovra-regolazione di miR-199a-3p e miR-199a-5p. L’analisi multivariata ha inoltre confermato che la ‘down-regulation’ di miR-200c nel gruppo test era associata alla SG (HR 0.094, IC 95%: 0.012 – 0.766; p = 0.0272) e alla SSP (HR 0.035, IC 95%: 0.004 – 0.311; p = 0.0026), indipendente-mente dalle covariate cliniche. Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione Nerina e Mario Mattioli, Fondazione Cariplo e Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC).