martedì, 30 maggio 2023
Medinews
11 Marzo 2009

APPROCCI MULTIMODALI PER IL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA EPATICO

Recensione sui diversi approcci terapeutici indicati per i vari stadi del carcinoma epatico

La prevalenza dell’epatocarcinoma in Europa e negli Stati Uniti è in continua crescita e questo tumore rappresenta al momento la principale causa di morte nei pazienti affetti da cirrosi epatica. I programmi di sorveglianza in questi pazienti sono volti a identificare eventuali tumori in uno stadio precoce, quando possono essere raggiunti i maggiori benefici terapeutici. I trattamenti curativi applicabili per tumori precoci includono il trapianto di fegato, la resezione epatica e l’ablazione percutanea. Nella recensione, pubblicata in Nature Clinical Practice Gastroenterology and Hepatology (leggi abstract originale), gli autori sottolineano che la chemioembolizzazione transarteriosa (TACE) e il sorafenib possono migliorare rispettivamente la sopravvivenza nei pazienti con tumore allo stadio intermedio o avanzato. Nella pratica clinica, sono spesso usate terapie di combinazione, malgrado la limitata evidenza clinica che supporti, con studi randomizzati, tali approcci. La terapia di combinazione, ablazione con radiofrequenza (RF) e iniezione percutanea di etanolo, migliora la sopravvivenza nei pazienti selezionati rispetto alla sola ablazione con RF. Il trattamento combinato TACE e ablazione con RF può migliorare la sopravvivenza dei pazienti rispetto a TACE o ablazione con RF da sola. La TACE prima o dopo la resezione, invece, non apporta alcun ulteriore beneficio. La prevenzione della progressione del tumore nei pazienti in attesa di trapianto epatico richiede spesso trattamenti non chirurgici, ma i vantaggi reali delle modalità di trattamento ora disponibili sono ancora in fase di definizione. Il ruolo della somministrazione di sorafenib in combinazione con TACE, per il trattamento dell’epatocarcinoma allo stadio intermedio, dopo trattamenti potenzialmente curativi o in particolari condizioni dopo trapianto epatico, richiede ulteriori studi.


Liver Cancer Newsgroup – Numero 3 – Marzo 2009
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