To assess whether the rotation of dexamethasone to methylprednisolone decreases the intensity of dexamethasone-induced hiccup (DIH) in cancer patients treated with chemotherapy. Adult patients who experienced DIH within 3 days after the administration of dexamethasone as an antiemetic were screened. Eligible patients were randomly assigned to receive dexamethasone (n = 33) or methylprednisolone (n = 32) as an antiemetic (randomization phase). In the … (leggi tutto)
Il singhiozzo è un sintomo comunemente osservato nell’ambito dell’
assessment dei pazienti oncologici e può manifestarsi come piccolo disagio transitorio, spesso sottovalutato, o in maniera più persistente da compromettere la qualità di vita dei pazienti, contribuendo allo sviluppo di ulteriori sintomi
cluster quali insonnia, depressione e dispnea. Per far fronte a questo problema nella comune pratica clinica sono spesso necessarie modulazioni della terapia antiemetica come l’aggiunta di metoclopramide, aloperidolo, baclofene o la riduzione dei dosaggi del trattamento chemioterapico. Già nel 2012, una prima esperienza monoistituzionale da parte degli autori pubblicata sul
Journal of Pain and Symptom Management (
leggi abstract) aveva dimostrato come la rotazione della terapia corticosteoidea utilizzata in fase di premedicazione per la prevenzione della nausea e vomito indotto da chemioterapia, si traducesse in un vantaggio in termini di riduzione del singhiozzo. Trattandosi di un report di soli cinque casi gli stessi autori concludevano sulla necessità di studi di più elevato livello di evidenza. Il lavoro pubblicato questo mese sulla rivista
The Oncologist rappresenta, se vogliamo, un’evoluzione del dato ottenuto nel 2012, attraverso uno studio clinico di fase III randomizzato sull’utilizzo di desametasone verso metilprednisolone in pazienti in trattamento chemioterapico che sviluppavano singhiozzo desametasone-correlato entro i primi tre giorni dalla somministrazione (
NCT01974024). I pazienti venivano randomizzati a desametasone o metilprednisolone con crossover al ciclo successivo. Obiettivo primario dello studio era l’intensità del singhiozzo (NRS) nei due bracci di trattamento valutata a ogni ciclo (
time frame: 2 mesi). Obiettivo secondario era la valutazione del vomito (NRS). Lo studio si è dimostrato positivo in quanto si è osservata una riduzione dell’intensità del singhiozzo passando da desametasone a metilprednisolone senza compromettere l’efficacia antiemetica. Pur con delle limitazioni importanti legate alla popolazione dello studio (tutti i soggetti erano affetti da neoplasie solide) alle considerazioni di genere (lo studio ha arruolato solo soggetti di sesso maschile benché non previsto nei criteri di inclusione) e alle misure di outcome utilizzate (ad esempio gli strumenti e la tempistica adottata per la valutazione dell’efficacia antiemetica), lo studio conferma le precedenti osservazioni e sicuramente pone le basi per ulteriori studi di confronto con altre terapie comunemente utilizzate nell’ambito della pratica clinica quotidiana.