sabato, 14 dicembre 2024
Medinews
24 Novembre 2017

Anticancer Activity and Tolerance of Treatments Received Beyond Progression in Men Treated Upfront with Androgen Deprivation Therapy With or Without Docetaxel for Metastatic Castration-naïve Prostate Cancer in the GETUG-AFU 15 Phase 3 Trial

Androgen deprivation therapy (ADT) plus docetaxel is the standard of care in fit men with metastatic castration-naïve prostate cancer (mCNPC) following results from GETUG-AFU 15, CHAARTED, and STAMPEDE. No data are available on the efficacy of treatments used for metastatic castration-resistant prostate cancer (mCRPC) in men treated upfront with ADT plus docetaxel for mCNPC. To investigate the efficacy and tolerance of subsequent treatments in patients … (leggi tutto)

Sulla base dei risultati degli studi CHAARTED e STAMPEDE, il trattamento con docetaxel in associazione alla terapia di deprivazione androgenica è divenuto lo standard di trattamento nei pazienti affetti da carcinoma prostatico hormone-naïve metastatici alla diagnosi. Lo studio di Lavaud e colleghi ha l’obbiettivo di valutare l’efficacia (in termini di sopravvivenza libera da progressione [PFS] biochimica, miglior risposta biochimica e sopravvivenza globale [OS]) e la tollerabilità dei trattamenti effettuati nella fase di resistenza alla castrazione in pazienti trattati upfront con docetaxel.
L’analisi retrospettiva è stata condotta raccogliendo i dati relativi ai 345 pazienti trattati nell’ambito dello studio di fase III GETUG-AFU 15. Complessivamente 245 pazienti hanno ricevuto almeno un trattamento per carcinoma prostatico resistente alla castrazione metastatico. Il trattamento con docetaxel in I o II linea ha permesso di ottenere un tasso di risposta biochimica (definita come una riduzione del PSA > 50%) pari al 45% nei pazienti trattati upfront con sola terapia di androgeno-deprivazione e pari al 14% nei pazienti trattati con docetaxel (p = 0,07), con una PFS biochimica mediana di 6,0 e 4,1 mesi rispettivamente. Il trattamento con abiraterone o enzalutamide nel sottogruppo di pazienti trattati upfront con docetaxel ha determinato un tasso di risposte biochimiche (riduzione del PSA superiore al 50%) pari al 53%.
Nonostante la natura retrospettiva ed il numero limitato di pazienti in alcuni sottogruppi di trattamento (abiraterone, enzalutamide, cabazitaxel e radium 223), i risultati di questo studio rappresentano l’unica evidenza oggi disponibile rispetto all’efficacia dei diversi trattamenti per il carcinoma prostatico resistente alla castrazione in pazienti trattati con docetaxel upfront in fase di ormono-sensibilità; ponendo l’accento in particolare sulla limitata efficacia del rechallenge con docetaxel.
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