Uno studio, pubblicato nella rivista Haematologica (
leggi abstract originale) indica che le correlazioni ipotizzate in passato tra gravità dell’anemia e sopravvivenza nella leucemia linfoblastica acuta (LLA) del bambino possano riflettere differenze di severità dell’anemia nei vari sottogruppi biologici con diverso andamento prognostico. D’altra parte la relazione inversa tra gravità dell’anemia e sopravvivenza identificata nei gruppi specifici suggerisce che livelli molto bassi di emoglobina alla diagnosi sono associati ad uno stadio più avanzato della malattia, in questi sottogruppi. Vari studi hanno dimostrato che i bambini con LLA che presentano anemia lieve alla diagnosi mostrano un rischio maggiore di prognosi sfavorevole rispetto ai pazienti che presentano anemia più grave, sebbene non sia stata evidenziata alcuna correlazione tra grado di anemia e sottotipo di leucemia. A questo fine, ricercatori tedeschi e svizzeri hanno valutato una coorte di 1162 pazienti con LLA pediatrica. I livelli di emoglobina alla diagnosi erano distribuiti in modalità non-random. Il grado di anemia era significativamente diverso per i tre gruppi di pazienti rispetto ai rimanenti (emoglobina media in leucemia a cellule T: 106 g/L vs 76 g/L; in LLA a precursori di cellule B:
TEL-AML1 positivi: 68 g/L vs 79 g/L;
BCR-ABL positivi: 93 g/L vs 76 g/L (ciascuno p < 0.05). Inoltre, diversamente dall’intero gruppo, i pazienti con leucemia a cellule T e con leucemia a precursori delle cellule B
TEL-AML1+ e
BCR-ABL+ avevano una prognosi più favorevole se presentavano livelli di emoglobina più elevati (
> 80 g/L).