martedì, 3 ottobre 2023
Medinews
17 Settembre 2013

ANALISI DELL’IMPATTO DEL BUDGET IN GRECIA SULL’USO DI AGENTI STIMOLANTI L’ERITROPOIESI NEL TRATTAMENTO DELL’ANEMIA INDOTTA DA CHEMIOTERAPIA

L’anemia indotta da chemioterapia è una complicanza frequente e importante del trattamento chemioterapico. Le opzioni terapeutiche più frequentemente utilizzate sono la trasfusione di sangue e la somministrazione di agenti stimolanti l’eritropoiesi (ESA), da soli o in combinazione con il ferro. In Grecia, gli ESA sono compresi nei primi dieci gruppi terapeutici, in termini di spesa farmaceutica più elevata, poiché sono completamente rimborsati con i fondi di previdenza sociale (Social Security Funds). Obiettivo dello studio dei ricercatori della Scuola di Scienze Sociali, Università del Peloponneso di Corinto, era determinare i potenziali risparmi sui costi relativi all’uso di un biosimilare di ESA ‘originator’ per il trattamento di pazienti che avevano ricevuto diagnosi di anemia indotta da chemioterapia. Un’analisi di impatto del budget è stata condotta attraverso l’elaborazione dei dati epidemiologici, clinici ed economici nazionali. I dati epidemiologici sono stati ottenuti dal WHO (GLOBOCAN) e dall’European Cancer Anaemia Survey, quelli clinici riflettevano il trattamento nei pazienti oncologici e, infine, il consumo di ESA era ottenuto dai dati del più importante fondo di previdenza sociale in Grecia (IKA). La somministrazione di ESA, con diversi schemi di dosaggio e di intervallo di tempo, è stata stimata separando quelli relativi ai biosimilari dagli ‘originator’ e classificando i pazienti anemici in ‘responder’ e ‘non-responder’. L’analisi dei costi era basata sui diversi scenari di trattamento alternativo dei pazienti di nuova diagnosi e sono stati considerati i costi e i prezzi del trattamento relativi all’anno 2012. È stata adottata la prospettiva dei Social Security Funds. Sulla base dei tassi di incidenza annuale si stima che 2.551 pazienti con nuova diagnosi di anemia indotta da chemioterapia saranno trattati con ESA. Il costo medio del trattamento con ESA ‘originator’ per 15 settimane corrisponde a 2.887 € nei ‘responder’ e a 5.019 € nei ‘non-responder’, mentre con i biosimilari sarebbe rispettivamente 2.623 € e 4.009 €. Il costo di trattamento con biosimilari è quindi più basso del 10,1% rispetto a quello con ‘originator’ per i ‘responder’ e del 25,2% per i ‘non-responder’. Le stime di impatto del budget mostrano che il trattamento di pazienti anemici con ESA ‘originator’ corrispondevano a 10.084.800 €, rispetto a 8.460.119 € quando si utilizzavano i biosimilari di ESA, con una riduzione globale dei costi del 19,2% a favore dei biosimilari. In conclusione, in Grecia, il trattamento con biosimilari di ESA sembra offrire un risparmio dei costi rispetto agli ‘originator’ nel trattamento dei pazienti con anemia indotta da chemioterapia di nuova diagnosi, dato che corrisponde al 5% del consumo globale annuale e allarga l’accesso dei pazienti alla terapia con ESA. Secondo gli autori, la decisione di cura dovrebbe fondarsi su trattamenti basati sull’evidenza per raggiungere la sostenibilità dei fondi di previdenza sociale soprattutto in tempi di recessione economica.
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