9 Novembre 2010
AIOM-FAVO: “VA INSERITO SUBITO UN CORRETTIVO NEL 1000 PROROGHE”
“Basta un semplice emendamento per far sì che i farmaci innovativi antitumorali vengano garantiti immediatamente a tutti i pazienti italiani. Con una norma inserita nel ‘mille proroghe’ è possibile prevedere che, una volta approvati dall’Aifa, vengano resi subito disponibili in tutto il Paese, senza ulteriori passaggi dalle regioni. E senza costi aggiuntivi per il servizio sanitario nazionale”. È la proposta congiunta dell’AIOM e della FAVO, che hanno denunciato dal XII Congresso nazionale AIOM la situazione di disparità territoriale che penalizza i pazienti. “I tempi della sanità non coincidono con le esigenze dei pazienti: le inutili procedure burocratiche ritardano anche di anni l’accesso a farmaci oncologici innovativi in alcune parti d’Italia. Attualmente la disponibilità automatica è garantita solo per il 30% dei malati. Una situazione non più accettabile – ha affermato Francesco De Lorenzo, presidente FAVO -. Come sub-emendamento si può prevedere la possibilità per le Regioni di modificare il regime di prescrizione, ma solo con provvedimento formale motivato”. Attualmente la situazione prevede sostanziali difformità sia nella composizione dei PTOR, che nelle modalità di composizione e di funzionamento delle commissioni tecniche. Il risultato? Variazioni nei tempi di disponibilità per i nuovi farmaci antiblastici tra i pazienti delle varie regioni italiane. “Si tratta di farmaci salvavita che costituiscono Livello Essenziale di Assistenza di rilevanza nazionale, a tutela dei diritti dei malati di tumore ad un trattamento terapeutico uniforme su tutto il territorio – ha spiegato Carmelo Iacono, presidente AIOM -. Su questo tema stiamo lavorando in maniera congiunta da mesi: in particolare abbiamo attivato un Osservatorio permanente. Come tutti i medicinali, anche questi subiscono una rigorosa verifica ed autorizzazione da parte degli enti regolatori europei e italiani. In particolare, in AIFA sono rappresentate anche le Regioni. Risulta quindi superfluo e inopportuno un ulteriore passaggio a livello locale”. Il Ministro della Salute ha già sposato e condiviso questa proposta, da oltre un anno, ma la Conferenza Stato-Regioni non ha ancora affrontato il tema. “Chiediamo una decisa svolta – hanno concluso i due presidenti – i malati di cancro e le loro famiglie non possono più tollerare questo inaccettabile ritardo”.