mercoledì, 4 dicembre 2024
Medinews
2 Luglio 2002

UNO STUDIO DELL’UNICEF MOSTRA LA MANCANZA DI CONOSCENZA DELL’HIV/AIDS FRA I GIOVANI

All’inizio dell’attività sessuale molti non sanno come proteggersi

Le indagini sottolineano perché i giovani hanno un ruolo fondamentale nel contrastare questa diffusione pandemica.

“Ci sono due tendenze che combaciano e che sono il motivo trainante della crisi dell’HIV/AIDS. La prima è che i giovani fanno sesso, prima o poi il mondo dovrà ammettere questo come reale precondizioni per cui cominciare a pensare degli effettivi programmi di prevenzione,” dice Carol Bellamy, executive director dell’UNICEF.
“L’altro è che i giovani, oggi, non hanno le conoscenze necessarie per proteggersi. La tragica conseguenza è che sono preda troppo facile per l’HIV”.
Il rapporto avverte che i giovani sono al centro dell’epidemia di HIV/AIDS: sono il bersaglio più colpito dalla malattia e contemporaneamente l’unica arma per contrastarla. Malgrado ciò, le strategie di risposta all’epidemia, generalmente, non sono rivolte ai giovani.
Le organizzazioni UN hanno richiesto un impegno politico senza precedenti in risorse umane e finanziarie per la lotta contro l’HIV/AIDS. Uno sforzo che deve essere incentrato sul lavoro con i giovani per fornire le opportune conoscenze sull’HIV e su come evitare l’infezione.
In generale, le indagini svolte in 60 Paesi indicano che più del 50% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni ha idee molto sbagliate su come si trasmette l’ HIV/AIDS — un indicatore forte che i giovani non hanno accesso a informazioni corrette. In alcuni dei Paesi a più alto rischio, la percentuale di giovani che possiede della conoscenza sufficiente per proteggersi si aggira intorno al 20%. Il risultato: la metà di tutte le nuove infezioni oggi si registra nelle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni.

“È chiaro che i giovani non hanno le informazioni e non sanno come proteggersi dall’ HIV”, ammette Peter Piot, direttore esecutivo di UNAIDS. “Ogni giorno 6000 giovani vengono infettati dal virus. Ognuna di queste infezioni può essere evitata. La prevenzione è sia redditizia che fattibile: proteggere un giovane non costa più di 8$ US all’anno. I cali più notevoli dell’infezione, in ogni Paese in cui la trasmissione dell’HIV è stata ridotta, sono avvenuti fra i giovani.

I RISULTATI CHIAVE CONTENUTI NEL RAPPORTO INCLUDONO:

· La mancanza di informazioni sull’HIV/AIDS nei giovani. Nei paesi con epidemie HIV generalizzate, quali il Cameroon, la Repubblica dell’Africa Centrale, la Guinea Equatoriale, il Lesotho e la Sierra Leone, più dell’80% delle donne giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni non ha conoscenze sufficienti circa l’HIV. In Ucraina, anche se il 99% delle ragazze dice di aver sentito parlare il AIDS, solo un 9% potrebbe citare tre metodi per evitare l’infezione.

· In molti Paesi con elevati tassi di prevalenza di HIV, i ragazzi e le ragazze celibi sono sessualmente attivi prima dei 15 anni. Recenti indagini condotte su ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 19 anni in Gabon, Haiti ed in Malawi dicono che più di un quarto dei giovani ha segnalato di avere avuto esperienze sessuali prima dei 15 anni.

· L’uso adeguato dei preservativi e di altri comportamenti preventivi, come l’astinenza, devono essere insegnati subito. In Burkina Faso, soltanto il 45% dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni usa il preservativo con i partner occasionali, contro il 64% dei giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni. In Malawi, i tassi erano rispettivamente il 29 e il 47%. Un’indagine del 1999 condotta in Ucraina riferisce che solo il 28% delle donne di età compresa tra i 15 e i 24 anni ha usato un preservativo durante la prima esperienza sessuale.

· Le ragazze adolescenti corrono un elevatissimo rischio di infezione, in modo particolare quelle dell’Africa sub Sahariana. Si stima che più di due terzi dei nuovi-infettati di età compresa tra i 15 e i 19 anni, in questa regione, sono ragazze. In Etiopia, nel Malawi, nella Repubblica Unita di Tanzania, nello Zambia e nello Zimbabwe, per ogni ragazzo (di età compresa tra i 15 e i 19 anni) infettato, ci sono cinque – sei coetanee infettate.




I GIOVANI SONO LA CHIAVE PER CONTRASTARE LA PANDEMIA

Il report evidenzia che il motivo per cui, nei Paesi in cui la diffusione di HIV/AIDS sta abbassandosi o declinando, quali la Thailandia e l’Uganda, è soprattutto perché i giovani e le donne stanno ricevendo conoscenza, strumenti e servizi per adottare comportamenti sicuri. Si dice che esista un forte collegamento fra quello che i giovani sanno e come si comportano, e che un ambiente sicuro e protettivo è fondamentale affinché sviluppino le conoscenze necessarie per evitare l’infezione. In più, si pensa che siano necessari degli sforzi speciali per raggiungere i giovani più vulnerabili, quali drogati e professionisti del sesso.
“I giovani hanno senza dubbio dimostrato di essere in grado di fare scelte responsabili e ponderate per proteggersi e se provvisti di supporto possono istruire e motivare altri ragazzi come loro a fare scelte sicure”, ha detto Gro Harlem Brundtland, Direttore Generale del WHO. Il rapporto descrive 10 misure che i paesi dovrebbero prendere come componenti integranti dei loro sforzi di prevenzione:

1 Il silenzio, lo stigma e la vergogna devono aver fine
2 Fornire ai giovani conoscenza ed informazioni
3 Dotare i giovani di esperienze affinché applichino la conoscenza alla pratica
4 Fornire servizi ad hoc per i giovani
5 Promuovere volontariato, testing e counselling sull’HIV
6 Lavorare con gente giovane e invogliare la loro partecipazione
7 Far relazionare i giovani con ragazzi HIV positivi
8 Creare ambienti sicuri e strutture di supporto
9 Arrivare fino ai giovani più a rischio
10 Rafforzare le partnership e monitorare la situazione


UN FONDAMENTO STATISTICO PER UNA RISPOSTA CHIARA ED URGENTE

Il rapporto è basato su due tabelle statistiche fondamentali. La prima mostra le informazioni sui tassi di infezione, di quasi tutti i Paesi, la scolarità, i livelli di conoscenza e il comportamento sessuale. Una seconda tabella mostra le informazioni ancor più dettagliate sulla conoscenza e sul comportamento in 60 Paesi in cui la prevalenza dell’HIV è dell’1% o maggiore. Le statistiche sono ragionevolmente recenti, dal 1999 in poi, così da fornire la direzione da seguire per i prossimi dieci anni.
Le nuove statistiche permetteranno che tutte queste forme di lotta contro l’HIV/AIDS raggiungano gli obiettivi globali. Questi sono state riportate alla sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sull’ HIV/AIDS, tenutasi nel giugno 2001, e sono stati ribaditi alla sessione speciale di maggio 2002 sui bambini. Per prevenire l’infezione, gli obiettivi devono essere i seguenti:
“Tentare di ridurre la prevalenza dell’ HIV del 25% fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni nei Paesi più affetti entro il 2005 e del 25% globalmente entro il 2010”.
“Entro il 2005 è necessario assicurare che almeno il 90% dei giovani e delle donne tra i 15 e i 24 anni, e almeno il 95% entro il 2010, abbia accesso alle informazioni, alla formazione ed agli altri servizi necessari per sviluppare le esperienze richieste per diminuire la vulnerabilità all’infezione da HIV”.
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