giovedì, 3 ottobre 2024
Medinews
24 Settembre 2002

SINTESI DELL’INTERVENTO DEL PROF. FRANCESCO DI COSTANZO

Lo stigma dell’incurabilità ha lasciato il posto alla speranza di guarigione, arrivata quasi alla metà dei casi. Merito delle terapie, dei più accorti stili di vita, delle diagnosi più accurate e anche del miglioramento dell’assistenza oncologica nel nostro Paese.
Se dal punto di vista della ricerca farmacologia, la genetica promette a breve di compiere un passo forse decisivo – ma molto dipenderà dagli sviluppi del Progetto Genoma e dall’abilità dei ricercatori impegnati a descrivere le caratteristiche genetiche della risposta ai farmaci antitumorali -, dal punto di vista dei centri di oncologia italiani possiamo partire subito. L’AIOM ha infatti portato a termine un progetto ritenuto da molti ambizioso e di difficile realizzazione: il censimento delle strutture di oncologia medica del nostro Paese, cioè di quei centri che all’interno di Aziende Ospedaliere, Asl, Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico, operano con un reparto specializzato in cure oncologiche. Dal “Libro bianco dell’oncologia italiana” emerge che è necessaria la presenza di un maggior numero di medici oncologi la dove, per carenza di personale, si è costretti a utilizzare medici specializzandi che spesso sono costretti a portare via tempo allo studio per dedicarsi a mansioni di amministrazione e di segreteria a causa della carenza cronica di personale. L’aspetto dell’organizzazione è quello che risulta più carente: lo si nota anche dalla valutazione dell’informatizzazione, che rimane troppo bassa per un Paese che ambisce ad un’assistenza oncologica di elevata qualità.
In questo senso l’AIOM ha lanciato una sfida importante e nuova per una Società scientifica: impegnarsi nei prossimi anni al continuo miglioramento delle strutture sanitarie di oncologia medica del nostro Paese. Questo impegno – condiviso dai rappresentanti delle Istituzioni che si sono riconosciuti nell’ambizioso progetto – andrà monitorato nel tempo e avrà come giudici i nostri pazienti. Che giustamente reclamano terapie sempre più mirate ed efficaci; ma dobbiamo ricordare che i poli scientifici della ricerca, anche di quella sulla genetica, sono i centri oncologici. E’ lì il cuore dell’applicazione delle scoperte, e lì che vengono documentate le risultanze cliniche e infine è ancora nelle nostre strutture che lo Stato assicura l’inalienabile diritto alla salute; che nel caso dei tumori è un dovere civico ma soprattutto morale.
Il Libro bianco rappresenta un primo passo, coraggioso, di una Società scientifica verso la creazione di un rapporto più stretto con le Istituzioni e gli amministratori al fine di offrire al cittadino malato un servizio degno di questo nome, rispettoso della dignità della persona e della sua qualità di vita.
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