sabato, 5 ottobre 2024
Medinews
31 Agosto 2002

COS’È LA TROMBOSI ARTERIOSA

La trombosi arteriosa è causa di gravi patologie e colpisce più frequentemente alcuni organi, quali il cuore (infarto miocardio e angina pectoris), il cervello (ictus celebrale o stroke) e gli arti inferiori (ateropatia periferica).

I fattori di rischio
Come per altre malattie da trombosi, anche in quella arteriosa vi sono alcuni fattori di rischio non modificabili – quali l’età, la familiarità, il diabete, il sesso maschile o malattie pregresse del cuore o dei vasi (stenosi della carotide, angina, aterosclerosi) – ed altri fattori che invece possono essere tenuti sotto controllo o, ancora meglio, evitati o ridotti: l’ipertensione arteriosa, l’eccesso di grassi e colesterolo nel sangue, il fumo di sigaretta.

La terapia
La cura della trombosi arteriosa, oltre che sulla riduzione dei fattori di rischio, si basa essenzialmente sull’impiego di farmaci, in particolare gli antitrombotici.
I farmaci antitrombotici sono di diverse categorie a seconda del loro meccanismo d’azione: gli antiaggreganti agiscono generalmente inibendo la funzione delle piastrine, gli anticoagulanti indeboliscono il sistema di coagulazione; i trombolitici invece potenziano il processo di fibrinolisi che permette di rimuovere la fibrina dalle pareti arteriose, portando alla dissoluzione del trombo.
Tra gli antiaggreganti, il farmaco di riferimento è l’acido acetil salicilico (asa o aspirina), in quanto efficacia e sicurezza sono state solidamente dimostrate in numerose sperimentazioni cliniche controllate. Di recente è stato introdotto, grazie ai risultati dello studio CURE (Clopidogrel in Unstable angina to prevent Recurrent ischemic Events), il clopidogrel che in aggiunta alla terapia con aspirina è efficace nel ridurre il rischio di infarto e altri eventi gravi imputabili alla sindrome coronarica acuta (angina instabile, ictus e morte improvvisa).
Farmaci anticoagulanti sono l’eparina, che agisce direttamente sul processo di coagulazione e può essere somministrata per via endovenosa o sottocutanea, e gli anticoagulanti orali, che interferiscono su alcuni fattori del processo di coagulazione e il cui effetto non è immediato, ma richiede circa cinque giorni per essere raggiunto.
La terapia con farmaci trombolitici (di natura enzimatica: streptochinasi, attivatore tissutale del plasminogeno e urochinasi), efficace nell’infarto miocardico acuto, ha la durata da 1 a 3 ore e va eseguita unicamente in ambito ospedaliero. Recentemente sono stati introdotti in commercio farmaci trombolitici iniettabili nel giro di pochi minuti cosi da poter essere utilizzati con maggiore frequenza anche fuori dall’ospedale, ma sempre da parte di personale specializzato ed attrezzato ad eseguire la diagnosi.
Ci sono infine anche altre categorie di farmaci, quali ipocolesterolemizzanti, antiaritmici e antipertensivi, che possono risultare indispensabili nella profilassi della trombosi arteriosa.
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