COSTI SOCIALI ED ECONOMICI
La malattia ha un impatto terribile non solo sull’esistenza di chi ne è affetto, ma su tutto il nucleo familiare. Il malato ha bisogno di assistenza e, molto frequentemente, sono i familiari a doverla garantire. Questo comporta la difficoltà di dover rendere compatibili i propri impegni lavorativi con la nuova situazione familiare. Spesso uno dei familiari è addirittura costretto ad abbandonare il proprio lavoro per assistere il parente.
L’artrite reumatoide apre al malato la via a un progressivo isolamento sociale e psicologico e, con molta frequenza, all’insorgenza di fenomeni depressivi rilevanti.
Purtroppo, come già ricordato, al dramma sociale della malattia si aggiungono elevati costi economici per l’intera collettività. Essi si possono distinguere in costi diretti e costi indiretti da mancato guadagno, proporzionali agli stadi della malattia, riassumibili in 4 fasi:
I classe funzionale: il paziente è in grado di svolgere qualsiasi attività della vita quotidiana
(cura della propria persona, attività lavorativa e alla vita di relazione)
II classe funzionale: il paziente è in grado di badare alla cura della propria persona, ma con limitata attività lavorativa
III classe funzionale: il paziente è in grado di badare alla cura della prorpia persona, ma con limitata attività lavorativa e vita di relazione
IV classe funzionale: il paziente ha limitata capacità di badare alla cura della propria persona ed ad ogni altra attività.
Il paziente con malattia controllata dalla terapia costa complessivamente alla società circa 6.000 euro l’anno, mentre se la malattia è severa e non controllata il costo può arrivare sino a 25.000 euro l’anno, soprattutto quando vi sia indicazione all’impiego di farmaci biologici, realizzati con metodologia di ingegneria genetica e mirati su alcuni dei meccanismi più specifici della malattia reumatoide. Nel 10-15% dei pazienti allo stadio più grave si può arrivare a punte di 75 mila euro.
COSTI SOCIALI
all’anno per paziente
In Italia, una loro stima attendibile è stata valutata in uno studio farmacoeconomico condotto dal dr. Gianni Leardini del Centro di Reumatologia di Venezia in collaborazione con il CERGAS-Bocconi.