SINTESI DELL’INTERVENTO DEL PROF. JEAN YVES REGINSTER
Ciò è stato ora ampiamente dimostrato per la glucosamina solfato in varie sperimentazioni cliniche europee.
Abbiamo recentemente terminato uno studio – della durata di tre anni, randomizzato, controllato con placebo e condotto in doppio cieco su 212 pazienti con artrosi del ginocchio – per verificare le proprietà nel lungo periodo sui sintomi e soprattutto sulle capacità di modificare l’evoluzione del danno strutturale articolare da parte della glucosamina solfato, con somministrazioni giornaliere di 1.500 mg. I nostri risultati sono stati infine confermati da un secondo studio, indipendente, simile per costruzione e durata, su 202 pazienti affetti da artrosi del ginocchio.
Sono state verificate modificazioni strutturali in entrambi gli studi attraverso la misurazione dell’ampiezza degli spazi intrarticolari (JSW) del comparto mediale dell’articolazione tibiofemorale, su radiografie standardizzate anteroposteriori per ciascun ginocchio.
Nel nostro studio la misurazione dello spazio intrarticolare era ottenuta mediante l’analisi dell’immagine digitale, mentre nel secondo studio è stato misurato il punto più stretto dell’articolazione tramite una lente d’ingrandimento graduata.
Il parametro principale di valutazione era quindi l’efficacia della glucosamina solfato nel diminuire o annullare la riduzione dello spazio intrarticolare in 3 anni, rispetto al placebo. I sintomi sono stati valutati, in entrambi gli studi, secondo l’indice WOMAC di dolore e funzionalità articolare e anche secondo l’analisi dell’indice Lequesne nel secondo studio.
In entrambi, comunque, la glucosamina solfato è stata in grado di prevenire il deterioramento della struttura dell’articolazione rappresentata dalla lenta riduzione dello spazio intrarticolare (£ 0.1 mm/anno) in ginocchia osteoartritiche e di indurre significativi miglioramenti dei sintomi.
La sicurezza di glucosamina solfato è stata altresì paragonabile a quella del placebo.
In conclusione, glucosamina solfato è il primo e solo farmaco per il quale due studi indipendenti e protratti nel tempo hanno mostrato un vero effetto di modificazione della progressione della patologia nelle osteoartrosi.