Iniziativa promossa dalla SIMG in collaborazione con il San Raffaele di Roma
“Il medico di famiglia – spiega Claudio Cricelli, presidente nazionale della Simg – cura la stragrande maggioranza delle malattie comuni, acute e croniche ed è, ormai, diventato il maggiore prescrittore, utilizzatore e osservatore degli effetti del farmaco sui pazienti. Proprio per questo – sostiene Cricelli – siamo convinti sia giunto il momento che la medicina generale si occupi di ricerca di base nelle istituzioni e da protagonisti e non attraverso studi di piccolo cabotaggio coordinati da altri. Ricerca vera e strutturata, che spazi da quella epidemiologica a quella clinica e si estenda fino a quella farmacologica”.La nascita del Centro Nazionale di Ricerca, che trova spazio al Parco Scientifico Biomedico dell’Istituto San Raffaele di Roma, rappresenta la chiusura di un cerchio, il tassello che mancava al progetto che la SIMG sta portando avanti sin dal ’92 e che ha visto via via la nascita della Scuola Europea della Medicina Generale (SEMG), l’Istituto di ricerca Health Search, che conta oggi 700 medici collegati in rete, e la scuola di formazione per ricercatori in medicina generale. “Si tratta della prima struttura di questo genere in tutta la Penisola – sottolinea ancora il presidente di SIMG – destinata ad aprire un nuovo capitolo nella nostra professione, al fine di promuovere la cultura della ricerca in medicina generale e sfruttarla per migliorare la qualità e l’efficacia delle cure primarie nel nostro Paese”.
Del resto le recentissime vicende legate agli effetti collaterali di alcuni farmaci utilizzati da tempo, come la cerivastatina, hanno drammaticamente portato alla ribalta la necessità da un lato di tutelare il cittadino da eventuali effetti avversi, dall’altro di sviluppare una corretta informazione nei confronti della prevenzione e della cura di alcune fra le più diffuse malattie. Ma soprattutto ha imposto all’attenzione di amministratori, medici, e tecnici l’opportunità di migliorare e intensificare la rete della farmacovigilanza, a tutt’oggi carente in Italia. “Il caso cerivastatina – aggiunge Cricelli – è stato la spia di un disagio, dell’impossibilità attuale per la sanità italiana di misurare la distribuzione effettiva del rischio cardiovascolare nella popolazione e di conseguenza di mettere in atto strumenti di programmazione sanitaria, anche attraverso scelte politiche di tipo farmacoeconomico, in grado di fronteggiare o minimizzare questi rischi. Andare a fare ricerca sul rischio cardiovascolare attraverso i grandi numeri dei medici di famiglia significa fornire delle conoscenze che possano essere utili anche ai decisori politici rispetto alle strategie di politica sanitaria”.
Tutto questo senza disconoscere il grande contributo fornito in questi anni dai tanti medici che in modo autonomo o in piccoli gruppi hanno condotto studi di grande rilevanza, presenti anche a questo congresso. Ma coloro che faranno ricerca per conto della SIMG – precisa Cricelli – saranno obbligati a seguire una formazione specifica, a sottostare a determinati criteri di qualità, in modo che il prodotto di questa ricerca possa essere garantito e certificato dalla Società. Tutte le informazioni necessarie alla ricerca scientifica saranno raccolte attraverso il Network scientifico telematico di medici che andrà ad affiancarsi ad Health Search.