IL PESO ECONOMICO DELL’OSTEOPOROSI
Su 3.200.000 persone con diagnosi di osteoporosi, sono 600.000 le donne in terapia, di cui 160.000 (26,6%) hanno una frattura diagnosticata, ma ben 440.000 (73,3%) non hanno avuto una frattura (e quindi non hanno diritto alla rimborsabilità dei farmaci). Nonostante la disponibilità di farmaci di provata efficacia rimborsati dal SSN, circa il 40% delle donne paga di tasca propria il farmaco a causa delle lungaggini burocratiche (per esempio, la necessità di andare dal radiologo per verificare la diminuzione del 15% dell’altezza del corpo vertebrale).
Secondo un’indagine dell’IOF, la terapia per prevenire le fratture non viene offerta abbastanza presto alle donne. Il 96% dei medici ha riconosciuto che l’osteoporosi è una patologia che merita attenzione e il 97% ha affermato che la prevenzione della prima frattura era il proprio obiettivo terapeutico. Nonostante ciò, solo il 2% delle donne che ha parlato dell’osteoporosi con i propri medici ha ricordato di aver discusso con loro a proposito della prescrizione delle terapie.
Il 26% degli italiani rinuncia all’acquisto delle terapie prescritte per problemi economici
L’attuale sistema di rimborsabilità per i farmaci di nuova generazione per la cura dell’osteoporosi (nota 79) preclude di fatto l’accesso alle terapie che per ben il 40% dei pazienti resta a loro totale carico.
Quella che si è determinata è una situazione di ingiustizia sociale visto che 1/3 delle famiglie italiane non dispone di risorse economiche adeguate per i farmaci (dati Istat+ricerca Ceis-Tor Vergata-Fimmg).