DIETA E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Per prevenire il rischio cardiovascolare è consigliabile dopo i 20 anni di età controllare la colesterolemia almeno una volta ogni cinque anni. Tenendo presente alcune accortezze importanti: per esempio se il colesterolo risulta superiore al livello di 200 mg/dl conviene ripetere l’esame dopo qualche settimana, per confermare il dato ed escludere un eventuale errore nella determinazione da parte del laboratorio.
Gli studi più recenti hanno accertato che la diminuizione del colesterolo ottenuta con alcuni farmaci specifici riduce la mortalità da cardiopatia ischemica e le sue complicanze, sia nei pazienti già affetti da questa patologia (prevenzione secondaria) che nelle persone sane o a rischio (prevenzione primaria).
E’ altrettanto sicuro tuttavia che un’adeguata igiene di vita (alimentazione corretta ed attività fisica regolare) potrebbe evitare o almeno diminuire l’assunzione di farmaci.
Ad esempio, il pesce, soprattutto quello grasso, è una fonte naturale di acidi grassi poliinsaturi Omega 3 dai quali deriva il farmaco utilizzato nello studio GISSI Prevenzione, che ha provato scientificamente il loro effetto cardioprotettivo. Ma se una persona a rischio cardiovascolare volesse proteggersi mangiando più pesce ne dovrebbe ingurgitare quantità notevoli. I nutrizionisti hanno calcolato che per avere il medesimo effetto cardioprotettivo della capsula del farmaco in oggetto, che contiene non meno di 850 milligrammi di acidi grassi Omega 3 EPA e DHA (a differenza degli “integratori” che hanno contenuti in Omega 3 decisamente inferiori e che per questo non sono “farmaci”), bisognerebbe scegliere tra 45 grammi di sgombro, 71 gr. di acciughe, 83 di aringhe, 91 di tonno, un etto di salmone o mezzo chilo di pesce spada oppure, per finire, un chilo di sogliola al giorno. Francamente troppo, anche in tempi di mucca pazza.