DALLA GENOMICA LE NUOVE STRADE PER CONOSCERE E SCONFIGGERE LE MALATTIE
Affascinanti quindi le prospettive della ricerca, ma altrettanto fondamentale è il contributo che lo sviluppo clinico può offrire per valutare, testare e rendere disponibili terapie più innovative e mirate. In questo settore Novartis Italia svolge un ruolo determinante, che Giacomo Di Nepi, Amministratore Delegato di Novartis Italia, ha così sottolineato: “Il nostro Paese è protagonista nello sviluppo clinico dei principali farmaci messi a punto dalla nostra ricerca: in questo settore Novartis Italia è prima tra le consociate europee del Gruppo e seconda al mondo dopo gli Stati Uniti. La competitività verso gli altri paesi e la credibilità acquisita ci hanno consentito di aumentare di oltre il 50% gli investimenti negli ultimi cinque anni, con uno straordinario impegno e collaborazione tra impresa, istituzioni e mondo scientifico.” Ma Di Nepi ha anche proseguito: “ Desideriamo continuare ad investire in Italia, e, a tal fine, auspichiamo che le annunciate misure di politica farmaceutica, potenzialmente molto penalizzanti per l’industria, possano essere riviste, in uno spirito di dialogo aperto con il nostro settore – che vuole continuare a contribuire allo sviluppo del Paese e al miglioramento del Sistema Sanitario. Per poter continuare ad essere protagonisti, anche nel nostro Paese, nello sviluppo e nel rendere accessibili soluzioni terapeutiche sempre più efficaci”.
Tra i molti progetti di ricerca internazionali cui ha partecipato, Novartis Italia ha avuto un ruolo determinante allo sviluppo di Glivec (imatinib, STI 571), primo prodotto anti-cancro della ricerca farmacogenomica. “Poter disporre di Glivec è stata una grande conquista sul piano scientifico e clinico” ha affermato Michele Baccarani, professore di Ematologia e responsabile dell’Istituto di Ematologia e Oncologia Medica “L. e A. Seragnoli” dell’Università di Bologna. “Si tratta infatti di un farmaco assolutamente innovativo in grado di bloccare specificamente la causa molecolare alla base della leucemia mielode cronica. I risultati degli studi clinici condotti fino ad oggi sono stati così rivoluzionari da portare le maggiori autorità sanitarie ad approvare o valutare il farmaco in tempi rapidissimi. In Italia – ha proseguito Baccarani – grazie ad uno straordinario sforzo tra i principali centri di Ematologia e Novartis è stato possibile trattare circa 900 pazienti. In particolare uno specifico programma sviluppato in collaborazione con il Gruppo Cooperatore Italiano per lo Studio della Leucemia Mieloide Cronica ha assicurato, ancora in fase di studio, l’accesso al farmaco alla maggior parte dei pazienti che potevano trarne beneficio”.
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Molte sono le aree terapeutiche in cui è impegnata Novartis: cardiologia; metabolismo ed endocrinologia, artrite/infiammazione; oncologia; neurologia/psichiatria; dermatologia; trapianti/immunologia; malattie respiratorie. Tra i principali obiettivi terapeutici mirati alle alterazioni genomiche per la scoperta di nuovi farmaci, emergono:
Sistema nervoso: nuovi bersagli cellulari
Il GABAB è un importante aminoacido in quanto è il più comune neurotrasmettitore, con funzione inibitoria, del sistema nervoso centrale. I ricercatori Novartis sono stati tra i primi a scoprire che il recettore GABAB non è costituito da una singola molecola, ma da due proteine differenti. Hanno quindi clonato per primi entrambe le proteine del recettore e sono ora impegnati a selezionare farmaci in grado di rafforzare gli effetti fisiologici del GABA sul cervello.
I farmaci che agiscono sul recettore GABAB, chiamati modulatori allosterici, possono rivelarsi efficaci dal punto di vista terapeutico nel trattamento di disturbi neurologici (dall’ansia all’epilessia, fino alla malattia di Alzheimer).
Traguardi oncologici
In campo oncologico, la ricerca Novartis, si sta focalizzando su farmaci specifici per le aberrazioni delle cellule oncologiche. Sono in studio molecole specifiche per i meccanismi che regolano la crescita cellulare, l’apoptosi (la morte cellulare programmata), la senescenza (invecchiamento) e l’angiogenesi (lo sviluppo di vasi sanguigni che alimentano la crescita del tumore). Recenti studi in vitro hanno per esempio dimostrato che Zometa (acido zoledronico) riduce nell’uomo la proliferazione delle cellule tumorali e favorisce la loro morte. Questo effetto anti-angiogenico è stato confermato anche in sperimentazioni su animali.
Zometa è un bifosfonato molto potente in grado di inibire gli osteoclasti. Il farmaco è già stato approvato in molti Paesi per il trattamento dell’ipercalcemia nei tumori maligni causata da un’alterata attività degli osteoclasti in pazienti oncologici.
Ricerca di farmaci immunologici innovativi
Novartis sta inoltre sviluppando un nuovo composto che si caratterizza per un meccanismo d’azione mai osservato prima in nessun immunosoppressore. Infatti, mentre i tradizionali farmaci di questa classe bloccano la funzione immunitaria dei linfociti, l’immunomodulatore FTY720 convoglia i linfociti, al di fuori della circolazione, nei linfonodi locali fino a quando necessitano di essere richiamati nuovamente. Il trattamento con FTY720, quindi, non indebolisce la capacità del sistema immunitario di riconoscere e combattere le infezioni virali e può dunque ridurre il rischio di contrarre infezioni opportunistiche e tumori maligni, al contrario di quanto avviene con i tradizionali immunosoppressori. FTY720 ha le potenzialità per prevenire il rigetto acuto e cronico degli organi trapiantati, così come per il trattamento di malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla, la malattia di Crohn e l’artrite reumatoide.
Psoriasi: espressione genica
Recentemente Novartis ha completato uno studio clinico in dermatologia con Elidel (pimecrolimus), un nuovo farmaco per la psoriasi: si tratta del primo studio in quest’area finalizzato a determinare anche il profilo farmacogenetico dei pazienti (analisi dell’espressione genica). Pimecrolimus è in grado di ridurre l’espressione dei geni che provocano la risposta immunologica all’origine della psoriasi. Il farmaco, derivato da un prodotto naturale, si è dimostrato ben tollerato fino alla dose di 30 mg due volte al giorno e ha già dimostrato di essere altamente efficace, a breve e a lungo termine, per il trattamento della dermatite atopica nell’adulto, nei bambini e nei neonati dai tre mesi di età.