SINTESI DELL’INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE BASSO
A mio avviso si tratta di esperienze straordinarie, i cui risultati non sono importanti solo per noi ma dovrebbero essere divulgati anche nell’ambiente in cui il bambino vive – che è l’ambiente scolastico e di gioco – per far conoscere e capire ai suoi piccoli amici e a chi opera con lui alcune sue problematiche e atteggiamenti. Dico questo perché capita ancora troppo spesso che proprio in questi contesti sociali vi sia una sorta di barriera culturale verso chi viene colpito o guarisce da una neoplasia. Un pregiudizio che finisce talvolta per condizionare in modo negativo un percorso di cura già difficile e delicato, soprattutto se si tiene conto che, come l’esperienza ci ha insegnato, proprio i bambini malati sono più sensibili e maturano più in fretta. A questo proposito vorrei leggervi due poesie scritte da due bambine, rispettivamente di 10 e 13 anni, la cui profondità non ha bisogno di commenti.
Cosa rimane dell’estate di Serena
Che cosa è rimasto di tutta questa estate?
un mazzo di bellissime carte da gioco
nella stanza di un ospedale per distrarsi un poco.
Controlli, visite, flebo e punture
prelievi e speranze operazioni e paure.
Un pugno spaventoso di nome leucemia
con sempre più la voglia di tornare a casa mia.
Una foto scherzosa con il dottore e il pagliaccio
in mezzo a tanti bimbi con la flebo nel braccio.
In fondo alla borsa da viaggio garze, cerotti medicine a vario dosaggio
e soprattutto la certezza
anche se adagio
di vincere questa difficile prova di coraggio.
Serena anni 10
Quello che conta nella vita non è saperla apprezzare
quello che conta è saper accogliere il momento in cui finisce
Veronica anni13