USO DI BIOSIMILARI DELL’EPOETINA PER AUMENTARE I LIVELLI DI EMOGLOBINA IN PAZIENTI CON ANEMIA INDOTTA DA CHEMIOTERAPIA
Il biosimilare di epoetina alfa, agente stimolante l’eritropoiesi, è stata valutata retrospettivamente utilizzando i dati di pazienti oncologici con anemia indotta dalla chemioterapia, trattati con il biosimilare in 5 maggiori centri europei (Francia, Italia, Olanda, Romania e Spagna). I livelli di emoglobina (Hb) erano stati registrati a intervalli regolari durante la somministrazione di epoetina alfa biosimilare per un periodo massimo di 26 settimane. La risposta di Hb (equivalente a un aumento ≥ 1 g/dl in 4 settimane o una concentrazione di Hb entro il limite di 10 – 12 g/dl durante lo studio) è stata valutata in pazienti con una concentrazione di Hb ≥ 8,5 g/dl all’inizio della terapia per una durata di almeno 6 settimane. I tassi di risposta di Hb nei pazienti che avevano o meno ricevuto ferro per via endovenosa (e.v.) sono stati determinati e i dati su ogni possibile evento avverso serio raccolti. I risultati indicano che tra i 113 pazienti valutabili, il 79% ha ottenuto una risposta di Hb. I tassi di risposta erano simili nei pazienti valutabili che hanno ricevuto una dose iniziale di epoetina alfa biosimilare pari a 30.000 o 40.000 UI/settimana (81 vs 78%; p = n.s.). Il tasso di risposta di Hb era invece significativamente superiore nei pazienti che hanno ricevuto ferro e.v. rispetto a quelli che non lo avevano ricevuto (93 vs 77%; p < 0,05). Nessun evento avverso inatteso grave è stato riportato. In conclusione, il biosimilare epoetina alfa è risultato efficace e sicuro nel trattamento di pazienti oncologici con anemia da chemioterapici. In questi pazienti, la somministrazione di ferro per via endovenosa ha aumentato il tasso di risposta rispetto al supplemento orale o a nessun supplemento.