Care Colleghe, Cari Colleghi,
in questo numero della newsletter abbiamo scelto di rendervi note le principali tematiche affrontate durante i due grandi eventi congressuali appena terminati: l’ESMO e il Congresso Nazionale AIOM, che si sono svolti rispettivamente a Parigi dal 10 al 12 settembre e a Roma dall’1 al 3 Ottobre. Un secondo intento è quello di diffondere e sensibilizzare l’approccio infermieristico alla ricerca; con questa finalità, continuiamo, anche in questo numero con la proposta di studi di tipo qualitativo condotti in ambito oncologico, per contribuire alla diffusione di conoscenze, stimolare la ricerca infermieristica e promuovere la curiosità verso nuovi approcci assistenziali.
La ricerca infermieristica in oncologia
Selezione di abstract dalle riviste scientifiche
Music in palliative care: a qualitative study with patients suffering from cancer Pommeret S, Chrusciel J, Verlaine C, Filbet M, Tricou C, Sanchez S, Hannetel L. BMC Palliat Care. 2019 Oct 7;18(1):78. doi: 10.1186/s12904-019-0461-2.
Background: L’unità di cure palliative è un luogo impegnativo dal punto di vista emotivo dove i pazienti e le loro famiglie possono sentirsi persi. L’arte può consentire l’espressione di sentimenti complessi. Lo scopo dello studio è quello di esaminare come i pazienti oncologici ricoverati in un unità di cure palliative hanno vissuto un intervento di tipo musicale. Metodo: E’ stato condotto uno studio qualitativo basato su interviste semi-strutturate. Lo studio ha avuto luogo in un’unità di cure palliative dal 18 Gennaio 2017 al 17 Maggio 2017. Due artisti si sono esibiti in un’unita una volta alla settimana dalle 09:30 alle 17:30. I dati provenienti dalle interviste condotte sui pazienti sono stati analizzati basandosi su un approccio induttivo ed una trascrizione letterale, parola per parola, dei loro racconti. Risultati: I dati raccolti hanno permesso di valutare le emozioni positive generate dall’intervento musicale rispetto alle potenziali difficoltà incontrate. Gli artisti hanno aperto una parentesi nel processo assistenziale e hanno portato gioia e benessere nell’unità di cure palliative. Tuttavia i pazienti hanno incontrato difficoltà durante il suddetto intervento: riportando uno stato di alterazione generale, la perdita di autonomia, la percezione dello sforzo richiesto, la fatigue, il periodo di adattamento; menzionando il fine vita, la morte e la difficoltà nel scegliere le canzoni. Conclusioni: Sebbene la musica sembri portare un beneficio ai pazienti, essa potrebbe ricordare loro lo stato di salute alterato. Le difficoltà vissute dai pazienti durante tale esperienza sono anche da attribuire al loro esaurimento fisico o alle condizioni cliniche. Ulteriori studi sono necessari al fine di determinare i benefici della musica per i pazienti e le loro famiglie nell’unità di cure palliative.
Perspectives of Inpatients With Cancer on Engagement in Fall Prevention Twibell KR, Siela D, Delaney L, Avila P, Spradlin AM, Coers G. Oncol Nurs Forum. 2020 Jul 1;47(4):457-468. doi: 10.1188/20.ONF.457-468.
Background: le cadute sono una delle principali cause di lesioni durante l’ospedalizzazione in tutto il mondo, con conseguente aumento dei costi sanitari, della morbilità e della mortalità (OMS,2018). Una causa primaria di cadute tra i ricoverati adulti vigili è il mancato impegno nei piani di prevenzione delle cadute. La tendenza dei pazienti a minimizzare il proprio rischio di caduta è un fattore ampiamente identificato in studi quantitativi e qualitativi come un ostacolo all’impegno nei piani di prevenzione delle cadute. La ricerca qualitativa può far progredire la scienza della prevenzione delle cadute, fornendo al personale infermieristico una migliore comprensione delle esperienze dei pazienti ricoverati. Scopo: esplorare le prospettive dei pazienti adulti ricoverati con cancro sull’impegno nei piani di prevenzione delle cadute; confrontare le esperienze dei pazienti caduti con quelli che non erano caduti durante il ricovero nell’ospedale Indiana University Health Ball Memorial Hospital. Metodo: un approccio esplorativo descrittivo di tipo qualitativo (Sutherland, 2017). Sono state raccolte n.30 interviste, alla saturazione dei dati. Risultati: i temi riflettevano sei prospettive relative all’impegno nella prevenzione delle cadute. La necessità di andare in bagno ha innescato un processo in due fasi in cui i partecipanti hanno deciso se chiedere assistenza al personale per mobilitarsi e attendere l’arrivo dell’assistenza. Se necessario, i partecipanti si disimpegnerebbero dai piani di prevenzione delle cadute e si sposterebbero in bagno senza assistenza per evitare l’incontinenza, preservare la privacy e mantenere l’indipendenza nella toilette. I fattori che influenzano le decisioni sono state le valutazioni della capacità di mobilitazione e le opinioni sui comportamenti degli infermieri. Implicazioni per l’infermieristica: gli infermieri possono favorire il coinvolgimento dei pazienti nella prevenzione delle cadute sviluppando relazioni autentiche e di fiducia con i pazienti a rischio, coinvolgendo i pazienti nella valutazione del proprio rischio di caduta e personalizzando piani di toilette per garantire la continenza.
Patient acceptability of three different central venous access devices for the delivery of systemic anticancer therapy: a qualitative study Ryan C, Hesselgreaves H, Wu O, Moss J, Paul J, Dixon-Hughes J, Germeni E. BMJ Open. 2019 Jul 9;9(7):e026077. doi: 10.1136/bmjopen-2018-026077.
Background: lo studio confronta le esperienze dei pazienti oncologici portatori di accesso vascolare centrale (CVAD) rispetto a tre tipi di dispositivi (Port, PICC e tunnellizzati centrali tipo Hickman). C’è una scarsa conoscenza di ciò che serve per vivere bene con uno di questi dispositivi; inoltre, le caratteristiche distinte di ciascun dispositivo, insieme ai diversi requisiti di cura e manutenzione, potrebbero implicare differenze significative nelle esperienze dei pazienti. Metodo: studio qualitativo con focus group; le registrazioni sono state trascritte e rese anonime. Risultati: i Port sono stati percepiti con maggiori vantaggi, tra cui un maggiore senso di libertà e una minore intrusione nel contesto delle relazioni personali. Tuttavia nel modello di preferenze i partecipanti tendevano a preferire il proprio dispositivo e la maggior parte ha affermato che se avessero dovuto scegliere un CVAD avrebbero scelto quello che avevano attualmente. Conclusione: i pazienti si adattano bene al loro dispositivo, le preferenze per i Port, sebbene mostrate in modo più forte e coerente, potrebbero non essere universali. Pertanto, laddove appropriato dal punto di vista medico, ai pazienti dovrebbe essere offerta una scelta e la selezione del dispositivo e dovrebbe essere un processo collaborativo tra pazienti e medici. I risultati di questo studio potrebbero migliorare il supporto per i pazienti e offrire una maggiore possibilità di incorporare le prospettive dei pazienti nei processi decisionali.
Notizie da AIOM Le attività del Nursing Working Group AIOM
Siamo lieti di annunciare che durante il Congresso Nazionale AIOM abbiamo conferito il “Premio alla carriera” alla collega Virginia Rossi che si è contraddistinta negli anni per il contributo all’infermieristica oncologica.
Come sapete AIOM è una società scientifica che produce Linee Guida a livello nazionale e, nel rispetto della norma vigente da alcuni anni, coinvolge gli infermieri all’interno del panel di esperti. Ci sembra importante dare un nuovo corso al ruolo dell’infermiere nell’ambito delle Linee Guida AIOM e ci siamo attivati per arrivare ad una partecipazione infermieristica sempre più attiva e sostanziale, che dia un reale contributo nell’integrare e trattare il tema assistenziale all’interno delle Linee Guida. Si stanno sviluppando Linee Guida sull’argomento “Nutrizione in oncologia” che si avvale di un lavoro integrato e multidisciplinare tra medici, infermieri con il contributo della FNOPI.
Rinforzare la rete infermieristica, nel programma del Congresso AIOM22 due importanti società scientifiche, rappresentate da Mariantonietta Pompeo e Stefano Botti, rispettivamente di ANIPIO e GITMO, hanno relazionato sui temi emergenti e trasversali all’ambito oncologico.
Da quest’anno, nell’ottica di allargare la rete infermieristica nel rispetto della cultura e dello spirito della società scientifica, abbiamo promosso il coinvolgimento di colleghi infermieri attraverso la partecipazione alle Sessioni Regionali di AIOM.
Il gruppo di lavoro si è attivato nella creazione di un evento formativo ECM sull’argomento riguardante l’utilizzo dei farmaci bersaglio; sono stati progettati 3 incontri uno dei quali si è svolto a giugno a Milano mentre gli altri 2 si svolgeranno a Roma l’11 Novembre e a Napoli il 2 Dicembre prossimi. Invitiamo tutti voi ad iscrivervi a tali corsi di formazione dal titolo “I farmaci coniugati: un focus sullo stato dell’arte”, sul sito troverete le informazioni utili in merito.
Notizie da Fondazione AIOM Abbiamo il piacere di comunicarvi che l’iniziativa sul diritto all’oblio, di cui si fa promotrice Fondazione AIOM, con l’impegno di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla necessità di garantire alle persone guarite la riacquisizione dei diritti persi durante la malattia, ha raggiunto risultati molto importanti. “Io non sono il mio tumore” è il titolo della campagna promossa affinché anche nel nostro Paese venga approvata una legge per il diritto all’oblio oncologico nel rispetto dei diritti degli ex-pazienti, ancora oggi discriminati nell’accesso ad alcuni servizi e impossibilitati a realizzare progetti di vita. Proprio la notte che precedeva l’inizio del Congresso AIOM di Ottobre, è stato raggiunto l’obiettivo delle 100.000 firme, un risultato davvero importante.
Sintesi dei contenuti del XXIV Congresso Aiom
Il supporto nutrizionale in ambito oncologico
La gestione clinica del paziente oncologico, in relazione all’aumento della sopravvivenza, pone la necessità di affrontare problematiche legate all’alimentazione e allo stato nutrizionale, spesso compromessi dalla malattia e/o dai trattamenti antitumorali (chemioterapia, radioterapia e chirurgia). Le più recenti Linee Guida forniscono raccomandazioni evidence-based per una precoce ed adeguata gestione nutrizionale. Il tumore influenza lo stato nutrizionale con calo ponderale nel 30-80% dei casi, solitamente come conseguenza di una riduzione dell’introito di cibo per la presenza di sintomi quali anoressia, nausea, vomito, disgeusia, ecc. Anche fattori psicologici quali ansia e depressione possono incidere negativamente sull’assunzione di cibo e sul performance status. Lo stato nutrizionale influenza il decorso clinico e la prognosi del tumore, in quanto pazienti malnutriti, interrompono la cura per insorgenza di problemi di tossicità. Per erogare un’assistenza infermieristica di qualità è di fondamentale importanza l’utilizzo di scale per la valutazione dello stato nutrizionale durante tutto il percorso di malattia. Gli esiti sensibili alle cure infermieristiche in ambito oncologico
La carenza di personale infermieristico provoca un impoverimento all’interno dello staff assistenziale; il carico a cui i professionisti sono soggetti parrebbe non essersi modificata negli anni, ma le risorse a disposizione sono gradualmente diminuite, aumentando così il carico di lavoro che ricade sul singolo. Il carico crescente sugli infermieri non si traduce solo in “più pazienti da assistere”, ma anche in esaurimento emotivo, aumento delle responsabilità professionali e dilemmi etici da affrontare quotidianamente. Questo porta, come diretta conseguenza alla prioritarizzazione arbitraria di alcune attività assistenziali a scapito di altre. Gli infermieri dimostrano di essere coscienti e consapevoli delle attività assistenziali non erogate, seppur necessarie ai pazienti, e riescono ad identificarle se viene loro richiesto. La letteratura scientifica negli ultimi 10 anni ha dimostrato quante attività infermieristiche vengono omesse e come queste incidano sugli outcome dei pazienti sul benessere e la soddisfazione lavorativa dei professionisti. Proprio a favore di questo ultimo pensiero si ritiene fondamentale per elevare la qualità dell’assistenza infermieristica, lavorare in team per la costruzione di indicatori di esito (o sensitive outcomes) che permettano agli infermieri dell’ambito oncologico di avvalersi di outcomes misurabili per avere un linguaggio quanto più possibile comune che permetta di valutare, grazie ai risultati ottenuti sui pazienti, i livelli di assistenza erogati. Le dott.sse Erika Bassi e Gilulia Villa, hanno offerto una panoramica nazionale e internazionale sugli argomenti, presentando le evidenze scientifiche tratte dalla letteratura.
Il paziente con urgenze oncologiche: cause, correlazioni, gestione
Le Infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono aggravate dallo sviluppo di microrganismi antibiotico-resistenti (MDRO) e rappresentano la vera emergenza sanitaria per il significativo impatto in termini di morbilità, mortalità e qualità di vita dei pazienti ospedalizzati. I pazienti oncologici sono a maggior rischio, non solo per la patologia tumorale ma anche per altri fattori quali l’immunodepressione secondaria alla malattia e ai relativi trattamenti, l’età pediatrica o l’età avanzata che spesso si accompagna anche ad altre patologie come il diabete, l’anemia, l’insufficienza renale e le cardiopatie. Problematica emergente: terapie con farmaci biologici determinano alterazioni nel profilo citochimico che comportano un rischio elevato di sviluppare infezioni. Una elevata percentuale di queste infezioni è, tuttavia, prevenibile attraverso efficaci misure di prevenzione e controllo delle infezioni (IPC), compresa l’educazione alle vaccinazioni (G. Lettieri) e la partecipazione attiva degli infermieri nei programmi di antimicrobial stewardship (M. Pompeo). Lo shock settico e la neutropenia febbrile richiedono una tempestiva identificazione con strumenti validati e affidabili per consentire un rapido trattamento (S. Botti).
La tossicità finanziaria
Il termine “tossicità finanziaria” è stato coniato qualche anno fa negli Stati Uniti, dove ammalarsi di cancro rappresenta uno dei principali motivi di rischio economico per i cittadini. Nel panorama italiano apparentemente il problema potrebbe essere meno gravoso per i pazienti oncologici i cui farmaci sono sostenuti e rimborsati dal SSN. Tuttavia, come è emerso dalla relazione della Dott.ssa M.C. Piccirillo, una quota rilevante di pazienti vede peggiorare le proprie difficoltà economiche durante la terapia e tale peggioramento è un segnale predittivo di un maggior rischio di mortalità nei mesi e negli anni successivi. Da un’indagine condotta negli ospedali italiani, con l’utilizzo di uno strumento validato, sono emersi tre importanti determinanti che incidono sulla tossicità finanziaria o disagio economico: le spese di trasporto e logistica; la comunicazione tra pazienti e operatori e le cure integrative. Anche gli infermieri possono contribuire a ridurre la tossicità finanziaria per i pazienti e le famiglie quale nuovo effetto collaterale del cancro (C. Palazzo). “Curare” la tossicità finanziaria, potrebbe avere un effetto positivo sulla prognosi dei pazienti, quasi quanto un farmaco, ma sicuramente senza effetti collaterali.
Il ruolo della genetica in oncologia
La consulenza genetica è definita come un processo di comunicazione che si occupa dei problemi umani associati alla comparsa o al rischio di insorgenza di una malattia genetica in una famiglia (American Society for Human Genetics, 1975). Nel nostro paese poco affermata è la figura del Nurse Specialist di genetica; attualmente solo 3 infermieri rivestono questo ruolo in Italia. L’esperienza che la Dottoressa Lea Godino ha presentato durante il Congresso dimostra la necessità di formare una figura infermieristica specializzata che sia in grado di raccogliere l’anamnesi, fornire adeguate informazioni di carattere genetico, raccogliere consenso informato al test genetico; che, quando indicato, segua i pazienti, i familiari o le coppie nei percorsi diagnostici e di follow-up e si occupi dunque di aspetti, ad oggi, curati quasi esclusivamente dal personale medico. Da qui anche una maggiore consapevolezza degli infermieri nella promozione dell’Health Literacy ovvero l’alfabetizzazione sanitaria nella promozione delle indagini genetiche. (O.Campanella)
La nuova oncologia genere specifica
Parliamo di medicina genere specifica perché la medicina di genere non esiste. Se si continua a parlare di medicina di genere come una cosa a sé stante sembra che si stia parlando di una specialità della medicina. Noi dovremmo far capire alla comunità scientifica, ai pazienti, ai cittadini, che l’approccio di genere in medicina è trasversale e attraversa tutte le specialità”. La Prof.ssa G. Baggio, nella lettura magistrale, ha sfatato alcuni miti sulla medicina di genere, non è difatti una medicina che si interessa essenzialmente alle donne. La medicina genere specifica è una dimensione trasversale che deve essere declinata, insegnata e praticata in tutte le specialità della medicina. Alcuni studi in ambito cardiologico, nella riflessione del Prof. S. Simeone, hanno riportato un tasso di mortalità maggiore nelle donne colpite da arresto cardiaco rispetto agli uomini e le probabilità di sopravvivenza degli uomini a un evento cardiaco erano superiori del 23% rispetto a quelle delle donne. Questo ha indotto l’AHA ad istituire corsi di BLSD tenuti da istruttori donne, poiché i ritardi nella rianimazione cardio-polmonare erano dovuti alla mancanza di riconoscimento dei sintomi nelle donne rispetto agli uomini. La maggior parte degli operatori sanitari e dei pazienti tende ancora a sottovalutare il rischio cardiovascolare nelle donne. In oncologia ci sono molte lacune sulle differenze di genere, la dott.ssa S. Cecere sottolinea la necessità di nuovi studi che includano le donne. La ricerca sul cancro tiene conto delle diversità nei cromosomi, negli ormoni, nel metabolismo e nel sistema immunitario, nella composizione corporea e nel conseguente impatto sul metabolismo dei farmaci antitumorali. È importante considerare la prospettiva di genere nello studio di tutti i tipi di cancro.
Il fenomeno delle aggressioni in oncologia
Il tema delle aggressioni e violenze vede spesso vittime anche gli infermieri dei reparti di oncologia. Secondo la FNOPI le aggressioni (fisiche e/o verbali) sul posto di lavoro colpiscono in media in un anno un terzo degli infermieri. I casi complessivi ogni anno ammontano a circa 130mila ma esiste un ‘sommerso’ non denunciato. Le tipologie di violenza più frequenti sono: la violenza fisica che comprende tutte le aggressioni che comportano l’uso della forza causando lesioni gravi e la violenza non fisica dove si considera la violenza di tipo psicologico (sia aggressioni verbali, umiliazioni e mancanza di rispetto). Soprattutto durante la pandemia il fenomeno è incrementato anche in ambito oncologico, influenzando la qualità di cura ma anche il benessere lavorativo del personale infermieristico. Molto importante è supportare il personale sanitario con una formazione mirata rispetto a comportamenti da adottare e strategie comunicative utili ad affrontare situazioni di disagio.
La complessità comunicativa in oncologia con i pazienti e i familiari
La capacità di avere una buona comunicazione con il paziente ed i suoi familiari costituisce un’abilità clinica centrale in oncologia e di fatto è uno dei compiti più frequentemente richiesti al professionista sanitario. Una comunicazione efficace ha effetti positivi sull’accuratezza nella rilevazione dei sintomi fisici e psicologici, influenza l’aderenza al trattamento, ha effetti sul benessere emozionale dei pazienti e contribuisce in modo significativo a facilitare le decisioni condivise tra professionisti sanitari e pazienti relative agli obiettivi di cura. Emerge l’importanza di educare gli infermieri a comunicare “cattive notizie” durante la malattia del paziente e ad affrontare le “conversazioni di fine vita” (Serious illness conversation), al fine di supportare il paziente nel suo processo di decisione attraverso una comunicazione aperta e leale. La Dott.ssa Gonella ha inquadrato l’argomento, focalizzandosi su difficoltà, strategie ed esiti che emergono dagli studi internazionali condotti in tale ambito.
Poster premiati
1. Michela Piredda: Propolis for oral mucositis in patients with advanced cancer in palliative care: a Phase II study 2. Tania Buttiron Webber: The impact of distress and depression on the immune response to SARS-CoV-2 mRNA BNT162b2 vaccine in cancer patients. 3. Annamaria Bagnasco, presenta G. Catania: Workplace violence against cancer nurses: a descriptive analysis.
Notizie da ESMO
Sintesi delle principali tematiche emerse durante la conferenza dell’European Society of Oncology Nursing (EONS15) e durante il Congresso ESMO (European Society of Medical Oncology) di Parigi 2022
Pain management in pazienti con patologia tumorale
La gestione del dolore è una problematica rilevante in ambito oncologico. I punti chiave emersi sono i seguenti: • la differenza tra cure palliative e di fine vita; • la differenza culturale all’interno della popolazione di pazienti sottoposti alle cure oncologiche; • l’importanza di pianificare interventi infermieristici per la cura del dolore a domicilio; Il ruolo dell’infermiere, all’interno dell’equipe multidisciplinare per la gestione del dolore oncologico, consiste nel supportare tutto il processo: dalla presa in carico del paziente e della famiglia, all’educazione per giungere poi al trattamento e al mantenimento del benessere attraverso la personalizzazione dell’assistenza.
Considerazioni infermieristiche rispetto ad un programma di supporto per i parenti di pazienti oncologici che sono in fine vita (“quando mamma o papà stanno per morire”)
In Irlanda, già da 10 anni, è stato avviato un programma di ricerca per costruire evidenze scientifiche sull’importanza di offrire supporto alle famiglie di persone con patologia oncologica, per dar loro la possibilità di affrontare serenamente il periodo di fine vita. Sono stati utilizzati vari metodi: dal focus group, alla comunicazione face to face, alle interviste mirate per raccogliere le impressioni e le emozioni dei familiari.
Cambiamenti organizzativi e strategie educative degli infermieri durante la pandemia da Covid-19
Sono state presentate alcune strategie adottate dagli infermieri che lavorano in ambito oncologico per contrastare gli effetti della pandemia da Covid-19. Gli studi hanno affrontato le seguenti tematiche: • l’impatto che un gruppo di lavoro WhatsApp può avere sulla formazione degli infermieri che lavorano nei contesti di onco-ematologia; • le strategie di coping e resilienza adottate in ambito oncologico; • le strategie di supporto e comunicazione utilizzate dagli infermieri dei setting oncologici verso i pazienti in fine vita.
L’Empowering degli Young Cancer Nurses rispetto all’acquisizione di titoli accademici, alla pratica clinica e alla progressione di carriera
In riferimento alla mission e vision dell’EONS (European Society of Oncology Nursing) sono stati stabiliti alcuni obiettivi che permettano agli infermieri neoassunti di acquisire resilienza: avere un mentor di riferimento, avere la possibilità di partecipare ad eventi formativi per potenziare conoscenze specifiche e migliorare la pratica clinica e assistenziale, essere iscritti a Società Scientifiche Nazionali e Internazionali, condurre attività di ricerca.
Prossimi appuntamenti
I FARMACI CONIUGATI: un focus sullo stato dell’arte Roma, 11 novembre 2022
I FARMACI CONIUGATI: un focus sullo stato dell’arte Napoli, 2 dicembre 2022
Siti utili
AIOM Associazione Italiana di Oncologia medica www.aiom.it
WGN Working Group Nursing AIOM www.aiom.it/working-group-infermieri
EONS European Oncology Nursing Society www.cancernurse.eu
ONS Oncology Nursing Society www.ons.org
HPNA Hospice & Palliative Nurses Association advancingexpertcare.org
Working Group Nursing AIOM
Via Enrico Nöe, 23 20133 Milano tel. 02 70630279 email: infermieri@aiom.it
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