Oggi in Oncologia
An open-label study of pemigatinib in cholangiocarcinoma: final results from FIGHT-202
Background: Fibroblast growth factor receptor 2 (FGFR2) fusions and rearrangements are clinically actionable genomic alterations in cholangiocarcinoma (CCA). Pemigatinib is a selective, potent, oral inhibitor of FGFR1-3 and demonstrated efficacy in patients with previously treated, advanced/metastatic CCA with FGFR2 alterations in FIGHT-202 (NCT02924376). We report final outcomes from the extended follow-up period … (leggi tutto)
Nell’ambito dei tumori delle vie biliari, il colangiocarcinoma intraepatico presenta elevata eterogeneità genomica, e una percentuale compresa tra il 40 e il 50% dei casi presenta una o più mutazioni “target”. Tra le alterazioni molecolari riscontrate nei colangiocarcinomi intraepatici, le fusioni e i riarrangiamenti del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti 2 (FGFR2) sono presenti tra il 5 e il 13% dei casi, mentre tali alterazioni sono particolarmente rare nelle forme extraepatiche (colangiocarcinoma perilare o distale). Se confrontate alle forme di colangiocarcinoma intraepatico senza alterazioni di FGFR2, i pazienti con fusioni o riarrangiamenti presentano una maggiore sopravvivenza e sono suscettibili di trattamento con inibitori specifici, tra cui pemigatinib.
Pemigatinib è un potente inibitore di FGFR1-3, che è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico, con fusione o riarrangiamento di FGFR2, che ha manifestato una progressione dopo almeno una linea precedente di terapia sistemica. L’approvazione ha seguito i risultati dello studio FIGHT-202, inizialmente pubblicato su Lancet Oncology nel 2020.
Lo studio FIGHT-202 era disegnato come un trial di fase due, open-label, a singolo braccio per pazienti pretrattati con almeno una linea di chemioterapia, ECOG-PS 0-2, che ricevevano pemigatinib somministrato alla dose di 13.5 mg/die in una schedula 2 weeks on / 1 week off. Endpoint primario dello studio era la proporzione di pazienti con fusioni/riarrangiamento di FGFR nei quali era documentata una risposta oggettiva secondo RECIST alla valutazione indipendente centralizzata, e a un follow-up mediano di 15.4 mesi, l’utilizzo di pemigatinib aveva mostrato una overall response rate del 35.5% in questa popolazione di pazienti.
L’analisi finale dello studio, recentemente pubblicata su ESMO Open, sembra confermare l’efficacia di questo trattamento. Con un follow-up mediano di 45.4 mesi, la overall response rate è risultata del 37% nei 108 pazienti con fusione / riarrangiamento di FGFR2, con 3 casi di risposta completa e 37 risposte parziali. La durata mediana della risposta è risultata di 9.1 mesi, mentre la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza complessiva di 7.0 mesi e 17.5 mesi, rispettivamente. Il trattamento è stato discretamente tollerato: iperfosfatemia (58.5%), alopecia (49.7%), e diarrea (47.6%) sono stati gli effetti collaterali più comuni.
I risultati dello studio rappresentano una ulteriore conferma del ruolo di pemigatinib in questo setting. Allo stesso tempo, uno specifico punto meriterebbe una riflessione. Infatti, nonostante un forte razionale biologico alla base dell’utilizzo di una target therapy come pemigatinib, il 14.8% dei pazienti con fusioni / riarrangiamenti ha mostrato progressione di malattia (PD) come migliore risposta a pemigatinib nel FIGHT-202. Questo gruppo di pazienti, che si potrebbe definire quale “primary refractory”, necessiterebbe di una ulteriore caratterizzazione in termini di fattori di rischio e outcomes clinici, e sarebbe interessante comprendere la risposta degli stessi ad ulteriori trattamenti attivi nel colangiocarcinoma, come la chemioimmunoterapia. Gli studi in corso, inoltre, potranno aiutare nel comprendere come poter incrementare l’attività del farmaco anche in combinazione ad altre molecole, alla luce della marcata eterogeneità tumorale e dei meccanismi di resistenza primaria / secondaria.
Durvalumab or placebo plus gemcitabine and cisplatin in participants with advanced biliary tract cancer (TOPAZ-1): updated overall survival from a randomised phase 3 study
Background: In the preplanned interim analysis of the TOPAZ-1 study, durvalumab plus gemcitabine-cisplatin significantly improved overall survival versus placebo plus gemcitabine-cisplatin in participants with advanced biliary tract cancer. We aimed to report updated overall survival and safety data from TOPAZ-1 with additional follow-up and data maturity beyond the interim analysis … (leggi tutto)
I tumori delle vie biliari rappresentano circa il 10-25% di tutte le neoplasie primitive epatiche e il 3% delle neoplasie gastrointestinali. Generalmente, nei tumori delle vie biliari sono inclusi il carcinoma della colecisti e il colangiocarcinoma, a sua volta classificato in intraepatico ed extraepatico in relazione alla localizzazione anatomica, con quest’ultimo ulteriormente distinto in colangiocarcinoma perilare e distale. Negli ultimi anni si è assistito a un notevole cambiamento del paradigma terapeutico riguardante la prima linea di trattamento per i pazienti affetti da tumore delle vie biliari avanzato. Infatti, dopo oltre un decennio dalla pubblicazione dello studio ABC-02, che aveva stabilito quale standard terapeutico la doppietta chemioterapica con cisplatino – gemcitabina, la presentazione e pubblicazione dei risultati dello studio TOPAZ-1 ha segnato un momento di svolta.
Lo studio TOPAZ-1 è un trial multicentrico, internazionale, di fase tre, randomizzato in doppio cieco, in cui i pazienti affetti da tumori delle vie biliari erano randomizzati a ricevere cisplatino – gemcitabina – placebo oppure la terapia standard con l’aggiunta di durvalumab al dosaggio di 1500 mg endovena, ogni tre settimane. Successivamente ai primi otto cicli, la terapia proseguiva con il solo durvalumab di mantenimento in caso di risposta o stabilità di malattia nel braccio sperimentale, con placebo nel braccio di controllo. Endpoint primario era la sopravvivenza globale. Nella prima pubblicazione del TOPAZ-1, la sopravvivenza complessiva era incrementata in maniera statisticamente significativa nel braccio con durvalumab, con una mediana di 12.8 mesi versus 11.5 mesi del braccio con placebo. Uno dei dati più interessanti è sicuramente rappresentato dal fatto che la differenza assoluta in termini di sopravvivenza vedeva un incremento tempo-dipendente, con percentuali del 54% versus 48% a un anno e 35.1% versus 25.6% a 18 mesi.
L’aggiornamento dello studio ad un follow-up mediano di 23.4 mesi nel braccio durvalumab più cisplatino – gemcitabina e 22.4 mesi nel braccio doppietta – placebo, recentemente pubblicato su Lancet Gastroenterology and Hepatology ha confermato l’efficacia del trattamento chemioimmunoterapico quale strategia di prima linea, come anche suggerito da recenti evidenze real-world italiane. La sopravvivenza complessiva mediana è risultata di 12.9 mesi versus 11.3 mesi, con un Hazard Ratio di 0.76. Per quanto riguarda la sopravvivenza a 2 anni, questa si è attestata sul 23.6% nel braccio sperimentale e 11.5% nel controllo con placebo. Inoltre, gli autori hanno identificato elementi quali recidiva di malattia, un rapporto neutrofili / linfociti inferiore a tre, valori ematici di CA 19-9 inferiori a 500 U/ml, e livelli di CEA inferiori a 5 ng/ml quali fattori potenzialmente associati a sopravvivenza a lungo termine. Infine, non vi sono stati nuovi alert relativi al profilo di sicurezza rispetto alla prima analisi dello studio.
I risultati del TOPAZ-1 recentemente pubblicati si confermano come practice-changing, sebbene restino da chiarire alcuni punti relativi alla contestualizzazione di questi nuovi dati nella pratica clinica. Un punto cruciale riguarda l’identificazione di biomarker predittivi che possano selezionare i pazienti che possano maggiormente beneficiare del trattamento chemioimmunoterapico. Allo stesso tempo, come spesso è stato riscontrato nei trial con un braccio comprendente immunoterapia, con l’aumentare del follow-up risulta particolarmente pronunciata la separazione delle curve, corrispondente alla quota di pazienti lungo-sopravviventi.
In Europa
Harnessing AI in medicines regulation: use of large language models (LLMs)
Sep 05, 2024 – EMA and the Heads of Medicines Agencies (HMA) have published high-level principles and recommendations for all staff across the European medicines regulatory network (EMRN) using large language models (LLMs) in their work. LLMs are a category of generative AI, whose applications can significantly support medicine regulators in their tasks and processes. Whether they are used to query the extensive documentation regulators …. (leggi tutto)
FDA Expands Endometrial Cancer Indication for Dostarlimab-gxly with Chemotherapy
Sep 05, 2024 – On 1 August 2024, the US Food and Drug Administration (FDA) approved dostarlimab-gxly (Jemperli, GSK) with carboplatin and paclitaxel, followed by single-agent dostarlimab-gxly, for adult patients with primary advanced or recurrent endometrial cancer. Dostarlimab-gxly previously was approved with carboplatin and paclitaxel, followed by … (leggi tutto)
Potential of Molecular Profiling to Refine Surgical and Radiotherapy Decision-Making in Patients with Meningioma
Sep 04, 2024 – Researchers leveraged the largest meningioma cohort to date with multiplatform molecular, treatment and 20-year outcome data in addition to samples from a prospective phase II RTOG-0539 study to identify molecular predictors of treatment response in meningiomas. They used propensity score matching to mimic a randomised trial design to characterise the benefits of differential degrees of tumour … (leggi tutto)
EMA Recommends Extension of Therapeutic Indications for Enfortumab Vedotin and Pembrolizumab
Sep 03, 2024 – On 25 July 2024, the European Medicines Agency’s (EMA’s) Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) adopted a positive opinion, recommending a change to the terms of the marketing authorisation for the medicinal product enfortumab vedotin (Padcev). The marketing authorisation holder for this medicinal product … (leggi tutto)
Dall’FDA
FDA Awards Orphan Drug Designation to ABD-147 for Neuroendocrine Carcinoma
Sep 05, 2024 – The FDA has granted orphan drug designation to ABD-147 for use as a potential therapeutic option in patients with neuroendocrine carcinoma, according to an announcement from the drug developer Abdera Therapeutics, Inc.1 ABD-147 is a next-generation radiopharmaceutical that is designed to deliver the alpha-emitting radioisotope Actinium-225 to DLL3-expressing solid tumors ... (leggi tutto)
FDA Grants Fast Track Designation to VMT01 for Unresectable/Metastatic MC1R+ Melanoma
Sep 05, 2024 – The FDA has granted fast track designation to the development of the targeted alpha-particle therapy (212Pb) VMT01 for the diagnosis and treatment of patients with unresectable or metastatic melanoma, as well as those who have demonstrated melanocortin 1 receptor (MC1R) expression, Perspective Therapeutics announced in a news release ... (leggi tutto)
FDA Grants Orphan Drug Designation to Certepetide in Cholangiocarcinoma
Sep 05, 2024 – The FDA has granted an orphan drug designation (ODD) to the investigational agent certepetide (formerly LSTA1) for the treatment of cholangiocarcinoma, according to an announcement from Lisata Therapeutics, Inc.1 The agent is currently being evaluated alongside standard-of-care (SOC) therapies for patients with first- and second-line cholangiocarcinoma in the phase 2 BOLSTER trial (NCT05712356).... (leggi tutto)
IBI363 Receives FDA Fast Track Designation for Advanced/Metastatic Melanoma
Sep 04, 2024 – The FDA has granted fast track designation to the PD-1/IL2α bispecific antibody fusion protein IBI363 as monotherapy for the treatment of patients with unresectable locally advanced or metastatic melanoma, excluding choroidal melanoma, that has progressed after 1 or more prior lines of systemic therapy, including a PD-1/PD-L1 inhibitor.1 … (leggi tutto)
OncLive’s August Roundup of Key FDA Approvals in Oncology
Sep 04, 2024 – Below is your guide to the treatment options that were given the green light by the FDA in August 2024. The recap comprises topline findings that support the regulatory decisions and features expert insights on what they mean for their respective paradigms. Dostarlimab/Chemo Indication Expands in Endometrial Cancer ... (leggi tutto)
FDA Green Lights Companion Diagnostics for Olaparib Plus Abiraterone Acetate in BRCA+ mCRPC
Sep 03, 2024 – The FDA has approved FoundationOne® CDx and FoundationOne Liquid CDx for use as companion diagnostics for olaparib (Lynparza) plus abiraterone acetate (Zytiga) and prednisone or prednisolone for the treatment of adult patients with deleterious or suspected deleterious BRCA-mutated metastatic castration-resistant prostate cancer (mCRPC).1 ... (leggi tutto)
Dall’ASCO
Using Neoadjuvant Chemoradiotherapy Post-FOLFOX or Selective Local Radiotherapy Omission in the PROSPECT Era of Rectal Cancer
Sep 04, 2024 – PROSPECT showed that neoadjuvant chemoradiotherapy (cRT) can be replaced by neoadjuvant FOLFOX with selective omission of RT in a perioperative paradigm in patients with locally advanced rectal cancer without compromising disease control. Adverse events differed significantly between the 2 arms, with higher rates of adverse events during therapy in the FOLFOX … (leggi tutto)
Managing Ruxolitinib-Associated Liver Toxicity in Patients With Myelofibrosis Requires a Nuanced Approach
Sep 04, 2024 – Ruxolitinib plays an important role in the treatment of symptomatic myelofibrosis, but its associated toxicities and adverse withdrawal effects can pose a challenge. Myelofibrosis is linked with hepatic dysfunction, and ruxolitinib—despite its associated risks of hepatic transaminitis—may limit inflammation and progressive fibrosis, with liver injury resolution reported after treatment. Overall, management of liver injury related to ruxolitinib depends on the cause and severity. … (leggi tutto)
Concurrent PARPi and ARPi in Metastatic Prostate Cancer: When to Use and for Whom?
Sep 04, 2024 – All patients with metastatic prostate cancer should undergo comprehensive molecular testing, including for DNA-repair gene alterations.
Homologous recombination repair gene mutations (HRRm), especially BRCA1 and BRCA2 mutations (BRCA1/2m), sensitize metastatic prostate cancer to PARP inhibitors (PARPis). Combinations of PARPis plus androgen receptor pathway inhibitors (ARPis) show clinical benefit … (leggi tutto)
Pillole dall’AIFA
04 settembre 2024 – Tabelle farmaci di classe A e H al 15/01/2024
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03 settembre 2024 – Notifica dei provvedimenti – Ufficio Ispezioni e Autorizzazioni GMP Medicinali
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02 settembre 2024 – Due nuove linee guida AIFA
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