martedì, 3 dicembre 2024
Medinews
20 Maggio 2009

TERAPIA VACCINALE NEL CARCINOMA RENALE

L’immunoterapia ha elevata attività e tossicità minima in pazienti selezionati, ma sono necessari continui sforzi per definire la strategia ottimale. Una possibile area di ricerca prevede l’uso di vaccini nel setting adiuvante con agenti immuno-stimolanti o anti-angiogenici

Il carcinoma renale è uno dei più responsivi dal punto di vista immunologico. Gli autori dello studio hanno condotto una revisione della letteratura su Medline (dal 2003 al 2008, con le seguenti parole chiave: renal cell carcinoma, cancer vaccines, active immunotherapy, e dendritic cells), in cui la valutazione includeva trial prospettici di fase 1-3 e il numero di pazienti. I vaccini terapeutici possono essere suddivisi in vaccini autologhi con cellule tumorali, vaccini autologhi con cellule tumorali geneticamente modificate e cellule dendritiche e, infine, vaccini con peptidi. Ad oggi, sono stati pubblicati solo due studi di fase 3, randomizzati, adiuvanti, che hanno investigato il ruolo dei vaccini nel carcinoma renale. Il vaccino autologo con cellule tumorali ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione a 5 anni in pazienti con carcinoma renale ad alto rischio in tutti gli stadi, quando somministrato dopo la nefrectomia. Il beneficio era più evidente nel gruppo in stadio T3. Un’analisi di protocollo ha svelato la significatività della sopravvivenza libera da progressione e globale con questo vaccino. Il complesso autologo del peptide di HSP derivato dal tumore (HSPPC-6) non ha invece mostrato alcun miglioramento della sopravvivenza libera da recidiva in pazienti con carcinoma renale ad alto rischio di recidiva dopo nefrectomia, mentre la significatività si è osservata nei pazienti a rischio intermedio. La vaccinazione con cellule dendritiche in pazienti con carcinoma renale metastatico è sicura e può indurre risposta immune anticorpo-specifica e ottenere remissione del tumore in un gruppo di pazienti. I risultati della revisione, pubblicata in European Urology (leggi abstract originale), indicano, quindi, che i vaccini per il carcinoma renale hanno una tossicità inferiore alle terapie correnti e rimangono un’importante area per la ricerca futura. Il vaccino autologo con cellule tumorali ha mostrato maggiori benefici come adiuvante nel carcinoma renale, mentre quello autologo con peptide di HSP derivato dal tumore sembra più promettente nelle prime fasi della malattia. Una possibile area di ricerca è l’applicazione dei vaccini per il carcinoma renale in associazione ad agenti immuno-stimolanti o anti-angiogenici in terapia adiuvante.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 5 – Maggio 2009
TORNA INDIETRO