Le molecole che legano il fattore di crescita vascolare o inibiscono il suo recettore hanno mostrato efficacia nel tumore renale avanzato. Studi futuri riguarderanno l’utilizzo di questi derivati in combinazione o in sequenza anche per altre applicazioni
L’inattivazione del gene di soppressione tumorale von Hippel-Lindau nella maggior parte dei carcinomi renali sporadici suggerisce la grande importanza dei fattori di questo ‘pathway’, ed in particolare del fattore pro-angiogenico VEGF. Per questo motivo le terapie target dirette al blocco di VEGF sono state sottoposte ad approfondita ricerca clinica nel carcinoma renale. La recensione, pubblicata nella rivista Cancer (leggi abstract originale), analizza le ricerche degli ultimi anni volte ad identificare molecole che legassero la proteina VEGF circolante (ad esempio con bevacizumab) o ne inibissero il recettore (ad es. sunitinib, sorafenib, axitinib e pazopanib). Nei pazienti con carcinoma renale metastatico trattati con questi agenti si sono osservati effetti clinici rilevanti, tra cui importanti risposte obiettive, prolungata sopravvivenza libera da progressione ed evidenza di prolungata sopravvivenza globale. Sviluppi futuri includeranno studi sulle terapie di combinazione e sequenziali, sul chiarimento dei meccanismi di risposta e resistenza e valutazioni sugli effetti di questi agenti in altri ambiti tumorali.Renal Cancer Newsgroup – Numero 6 – Giugno 2009