Un ciclo di terapia prima della nefrectomia può ridurre la massa tumorale o stabilizzare la malattia, senza maggiore tossicità; da verificare se il trattamento possa influenzare anche l’outcome dei pazienti
L’inibitore multitarget della tirosin-chinasi, sorafenib, è utilizzato per il trattamento del carcinoma renale in stadio avanzato. Tuttavia la sicurezza e l’efficacia di questo farmaco non è stata ancora valutata per la somministrazione nel periodo preoperatorio, durante il quale si possono manifestare potenziali vantaggi, tra cui anche il ‘down-staging’ del tumore. Uno studio prospettico ha valutato la sicurezza e l’applicabilità di sorafenib in ambito preoperatorio. I ricercatori del Lineberger Cancer Center di Chapel Hill in Carolina del Nord hanno selezionato 30 pazienti con masse tumorali renali in stadio clinico II o superiore, in base alla loro candidatura alla nefrectomia, che sono stati sottoposti a trattamento con sorafenib prima della procedura chirurgica. La tossicità, le complicanze chirurgiche e le risposte tumorali sono state monitorate. Dei 30 pazienti arruolati, 17 pazienti avevano malattia localizzata e 13 metastatica. Dopo un ciclo di sorafenib (durata mediana 33 giorni), è stata osservata una diminuzione delle dimensioni del tumore primario (mediana 9.6%) ed evidenza radiografica di perdita dell’accumulo intratumorale di tracciante, quantificato con metodologia simile ai criteri di Choi (mediana 13%). Secondo il RECIST (Response Evaluation Criteria in Solid Tumors), tra i 28 pazienti valutabili, due hanno mostrato risposta parziale e 26 stabilizzazione della malattia, e invece nessuno progressione della malattia durante la terapia. Le tossicità registrate durante il trattamento con sorafenib erano simili a quelle attese con questa classe di farmaci. Tutti i pazienti hanno superato la nefrectomia senza complicanze collegabili al trattamento con sorafenib. Nello studio pubblicato nella rivista Journal of Clinical Oncology (leggi abstract originale), la somministrazione di sorafenib in fase pre-operatoria può modificare le dimensioni e la densità del tumore primario e sembra una terapia efficace e sicura. Ulteriori studi sono però richiesti per verificare se la terapia sistemica preoperatoria migliori anche la prognosi nei pazienti sottoposti a nefrectomia per il carcinoma renale.Renal Cancer Newsgroup – Numero 4 – Aprile 2010