mercoledì, 29 novembre 2023
Medinews
21 Settembre 2009

SORAFENIB NEL CARCINOMA RENALE METASTATICO: STUDIO MULTICENTRICO CINESE

Quasi 9 pazienti su 10 ottengono un buon controllo del tumore, gli effetti tossici in genere non gravi si possono risolvere nella maggior parte dei casi con la riduzione della dose di farmaco

Gli effetti del sorafenib nel trattamento del carcinoma renale avanzato sono stati già dimostrati in uno studio collaborativo internazionale di fase III. Questo studio ha voluto confermare l’efficacia (e la tossicità) di sorafenib nei pazienti di etnia cinese. Urologi del Fudan University Shanghai Cancer Center hanno arruolato 98 pazienti consecutivi non selezionati con diagnosi confermata di carcinoma renale metastatico, che sono stati trattati con sorafenib (400 mg x 2 volte al dì) per via orale continuativamente, secondo il protocollo istituzionale, fino a progressione della malattia o intolleranza al trattamento. La dose è stata ridotta a 400 mg al giorno all’insorgenza di tossicità di grado 3 o 4. Tutti i pazienti, eccetto 7, hanno subito nefrectomia durante il decorso della malattia. Nello studio pubblicato in BMC Cancer (leggi articolo integrale) sono state valutate: la risposta del tumore, la sopravvivenza libera da progressione (SSP), la sopravvivenza globale (SG) e la tossicità della terapia. Il follow-up mediano è stato di 76 settimane (range: 2-296) per l’intera popolazione. La risposta completa (RC), la risposta parziale (RP), la stabilizzazione della malattia per più di 4 mesi (ST) e la progressione della malattia, tutte confermate radiologicamente, sono state osservate rispettivamente in 1 (1%), 23 (23.5%), 62 (63.3%) e 12 (12.2%) pazienti, quali migliori risposte oggettive. Il tasso di controllo del tumore (RC+RP+ST) era dell’87.8%. Le stime di SSP e SG ad un anno erano rispettivamente del 58.4% e del 64.6%. Il tempo mediano di SSP era 60 settimane (IC 95%: 41-79) e quello di SG non era ancora raggiunto ad un follow-up di 79 settimane. La riduzione della dose di sorafenib si è resa necessaria in 26 pazienti che hanno sviluppato effetti avversi di grado 3-4, mentre altri 9 pazienti hanno dovuto interrompere il trattamento. Non è stata osservata alcuna tossicità di grado 5. L’analisi multivariata ha evidenziato quali fattori predittivi indipendenti per la risposta tumorale a sorafenib lo stato ECOG, la presenza di metastasi linfonodali e la nefrectomia prima dello sviluppo di metastasi. Lo studio ha evidenziato anche nei pazienti cinesi un buon controllo del carcinoma renale metastatico e tassi accettabili di tossicità con dose standard di sorafenib.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 9 – Settembre 2009
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