Catania, 8 luglio – Un censimento completo dei casi di leucemia mieloide cronica (LMC) in Sicilia. Da oggi è possibile con l’istituzione del registro epidemiologico, a seguito dell’accordo triennale tra l’Azienda Ospedaliera Universitaria V. Emanuele Ferrarotto S. Bambino di Catania e Bristol-Myers Squibb. Non solo. Sarà favorito il costante monitoraggio della malattia con i test, verrà creata la scheda paziente per la valutazione precoce dell’efficacia della terapia e implementata la rete informatica di collegamento tra i 12 centri coinvolti. Ogni persona colpita da LMC può quindi recarsi alla struttura più vicina al proprio domicilio. L’iniziativa, fra le prime in Italia, è stata presentata a Catania e si colloca all’interno della rete siciliana per la LMC. “Dalla collaborazione pubblico-privato – spiega il dott. Paolo Cantaro, Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Catania – si sviluppa un progetto virtuoso di assistenza sanitaria che valorizza le risorse regionali a esclusivo vantaggio del paziente e della comunità scientifica. Abbiamo le professionalità adeguate e la capacità di rispondere al bisogno di salute di tutti i siciliani”. Le cosiddette “migrazioni sanitarie”, a cui appena qualche anno fa faceva ricorso circa il 60% delle persone colpite da malattie oncoematologiche, sono destinate a calare ulteriormente. “Il progetto di partnership – afferma il dott. Giorgio Ghignoni, Direttore Market Access di Bristol-Myers Squibb – entra ora nella fase operativa. Riteniamo che il percorso che si apre con la firma della convenzione possa rappresentare uno standard di collaborazione tra pubblico e privato, con l’obiettivo di fornire benefici concreti e utilizzare al meglio le risorse a favore della salute”. A testimonianza dell’alto valore scientifico dell’accordo, l’Assessorato alla Sanità della Regione Sicilia ha concesso il patrocinio all’iniziativa. “La LMC – sottolinea il prof. Francesco Di Raimondo, Direttore dell’Istituto di Ematologia dell’Università di Catania – è una malattia complessa da gestire, è infatti importante effettuare regolarmente i test molecolari per verificare se i pazienti sviluppino resistenze alla terapia convenzionale e, se necessario, modificarla”. La rete, che riguarda una patologia rara – ogni anno in Sicilia si registrano poco meno di 100 nuovi casi di LMC -, può rappresentare un modello per costituire un network regionale esteso anche ad altre malattie ematologiche più diffuse. Ha infatti permesso la standardizzazione di avanzate tecniche diagnostiche e l’uso di farmaci di seconda e terza linea, riservandoli ai malati che ne avevano realmente bisogno. Il valore della rete è quello di creare una stretta sinergia fra le strutture ematologiche del territorio, anche le più piccole, in modo da coordinare l’approccio diagnostico e terapeutico e mettere a disposizione di tutti quelle tecnologie più sofisticate che sono presenti nei centri più grossi.
SIEnews – Numero 13 – 9 luglio 2009