Napoli, 30 luglio – Va a rilento il procedimento per i risarcimenti da parte dello Stato italiano per il danno da infezioni causato dall’assunzione di farmaci salvavita a metà degli anni Ottanta. E intanto, denunciano le associazioni e i legali delle persone contagiate, gli emofiliaci continuano a morire. Ieri il ministero del Welfare ha riaperto le trattative e alla riunione nella sede del dicastero ha partecipato anche Fedemo, che ha giudicato l’incontro “un timido tentativo di dare prosecuzione all’iter transattivo che sembrava essersi arenato per chiudere questa triste pagina della sanità pubblica”. Sulla vicenda giudiziaria e risarcitoria pesa la questione della prescrizione. L’iter transattivo delle leggi 222 e 244 votate dal Parlamento nel 2007 ha, infatti, escluso da questa transazione la maggioranza degli emofiliaci, come buona parte dei talassemici e dei politrasfusi. “Dopo un anno di silenzio”, spiega Gabriele Calizzani, presidente di Fedemo, “c’è stata concessa dal sottosegretario Francesca Martini solo un’ora di tempo per una questione che riteniamo di vitale importanza. Molte delle associazioni coinvolte, purtroppo, non hanno avuto l’opportunità di dare voce alle proprie ragioni e di manifestare il proprio pensiero. Ora – prosegue Calizzani – l’unica soluzione che si prospetta per gli esclusi è un ipotetico decreto di salvataggio, i cui tempi e modalità sono del tutto incerti”. Nel corso dell’incontro il sottosegretario Martini ha ribadito come “il risarcimento di un gravissimo danno alla salute subito da un qualsiasi cittadino costituisca un diritto irrinunciabile per tutti i pazienti danneggiati”. Il ministero, dal canto suo, ha fatto sapere che redigerà sulla questione una chiara circolare applicativa.
SIEnews – Numero 15 – 6 agosto 2009