La nausea e il vomito indotto da chemioterapia (CINV) continua ad essere causa di distress nei pazienti oncologici, con conseguenze negative sulla loro qualità di vita (QoL). Per esplorare in modo prospettico l’associazione di alcune variabili psicosociali, tra cui distress emotivo, stili di coping maladattativi e relazione medico-paziente, con CINV e QoL in pazienti oncologici ambulatoriali, è stato condotto uno studio multicentrico coordinato dalla Clinica Psichiatrica dell’Università di Ferrara, supportato dallo IOR-IRST di Meldola e coinvolgente 302 pazienti reclutati in centri oncologici in Italia, Austria e Spagna. Ciascun paziente è stato valutato con Distress Thermometer (DT), Mini-Mental Adjustment to Cancer (Mini-MAC) e Patient Satisfaction with Doctor Questionnaire (PSQ) per determinare le variabili psicosociali prima della chemioterapia. Nei 5 giorni successivi alla chemioterapia, CINV è stata esaminata utilizzando un diario giornaliero, mentre la QoL è stata analizzata con il Functional Living Index for Emesis (FLIE). Nello studio pubblicato sulla rivista Psychotherapy and Psychosomatics (
leggi testo), più della metà dei pazienti ha riportato nausea (54%) e una percentuale più bassa vomito (14%). CINV ha avuto un impatto negativo sulla QoL (casi di ridotta QoL al FLIE = 52%, p < 0.01); disperazione-impotenza e preoccupazione con ansia e distress emotivo pre-chemioterapia si sono associati al successivo sviluppo di CINV (p < 0.05) e a più bassa QoL (p < 0.05). Attraverso la regressione logistica, è stato dimostrato che la nausea è stata predetta da Mini-MAC/disperazione (OR = 1.1; p = 0.03) e dall’età più giovane (OR = 0.97; p = 0.04); l’impatto negativo sulla QoL è stato predetto dal grado di emetogenesi della chemioterapia (OR = 1.7; p < 0.01) e Mini-MAC/disperazione (OR = 1.2; p = 0.04). In conclusione, lo screening e la valutazione delle variabili psicosociali, specialmente del coping, potrebbe aiutare a identificare i pazienti oncologici a rischio di nausea indotta da chemioterapia, malgrado l’uso di appropriati trattamenti antiemetici.
“Vi sono alcune variabili psicosociali ‘chiave’, quali distress emotivo, depressione, ansia e risposte di coping inefficace alla malattia e alle terapie – spiega il coordinatore di questo studio internazionale, professor Luigi Grassi, Ordinario di Psichiatria e direttore della Unità Operativa di Psichiatria ospedaliera-universitaria, Programma di Psico-oncologia e Psichiatria nelle Cure Palliative all’Università di Ferrara – la cui valutazione regolare e continuativa rappresenta un imperativo in oncologia. Il ruolo di tali variabili si è dimostrato centrale, nel nostro studio, nel favorire la nausea post-chemioterapia nelle persone ammalate di cancro e nell’influenzare la percezione di tale sintomatologia, che a sua volta influenza negativamente la qualità di vita”.
“Poiché i moderni trattamenti antiemetici hanno di molto ridotto l’incidenza di vomito, ma non di nausea, tuttora riportata da un paziente su due, effettuare uno screening delle variabili emozionali e intervenire in maniera preventiva a questo livello è quindi indispensabile nella pratica clinica. È oggi dimostrato – conclude il prof. Grassi – che tecniche psicoeducazionali, psicoterapia strutturata e psicofarmacoterapia sono in grado di ridurre la sofferenza psichica nonché l’incidenza di alcuni sintomi collaterali, quali la nausea, appunto, o il dolore, di migliorare l’aderenza alle cure e di favorire il recupero di uno stato di benessere fisico, psicologico, spirituale e sociale nelle persone colpite da cancro”.
Note bibliografiche a commento:
– Grassi L, Riba M. Psychopharmacology in oncology and palliative care. A practical manual. Springer, Berlin, 2014
– Grassi L, Riba M. Clinical Psycho-oncology. An international perspective. Wiley, Chichester, 2012