Il trattamento con fludarabina e rituximab è molto efficace, ma la tossicità a breve e lungo termine richiedono un’attenta valutazione da parte del clinico
Uno studio multicentrico prospettico ha valutato la prognosi a lungo termine dei pazienti con macroglobulinemia di Waldenström (MW) trattati con fludarabina e rituximab. Sono stati arruolati 43 pazienti (eleggibilità: non più di 2 linee di terapia precedenti), trattati con 6 cicli di fludarabina (25 mg/m2 al giorno per 5 giorni) e 8 infusioni di rituximab (375 mg/m2 alla settimana). Dallo studio pubblicato nella rivista Blood (leggi abstract originale) sono emersi i seguenti risultati: risposta completa (n = 2), parziale molto buona (n = 14), parziale (n = 21) e minima (n = 4), con una percentuale di risposta globale del 95.3% e maggiore dell’86%. Il tempo mediano alla progressione era 51.2 mesi ed era più lungo per i pazienti non trattati precedentemente (p = 0.017) e per quelli che ottenevano almeno una risposta parziale molto buona (p = 0.049). Tossicità di grado 3 o più elevato includeva neutropenia (n = 27), trombocitopenia (n = 7) e polmonite (n = 6, dato questo che includeva 2 pazienti deceduti per polmonite non causata da Pneumocystis carinii). Ad un follow-up mediano di 40.3 mesi, gli autori hanno osservato 3 casi di trasformazione in linfoma aggressivo e 3 casi di sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta. Il risultati dello studio indicano quindi l’elevata efficacia di fludarabina e rituximab nella MW, sebbene le tossicità a breve e lungo termine debbano essere accuratamente valutate rispetto alle altre opzioni disponibili.SIEnews – Numero 10 – 28 maggio 2009