Pembrolizumab is a humanized monoclonal antibody against programmed death 1 (PD-1) that has antitumor activity in advanced non–small-cell lung cancer (NSCLC), with increased activity in tumors that express programmed death ligand 1 (PD-L1). In this open-label, phase 3 trial, we randomly assigned 305 patients who had previ- ously untreated advanced NSCLC with PD-L1 expression on at least 50% of tumor cells and no sensitizing mutation of the epidermal growth factor receptor gene or trans- location of the anaplastic lymphoma kinase gene to receive either … (leggi tutto)
I dati di questo studio vengono presentati per la prima volta al congresso dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) in una delle tre Presidential Sessions. Si tratta dei primi dati da studio randomizzato di fase III, che evidenziano un vantaggio di un inibitore di immunocheckpoint (il pembrolizumab) verso la doppietta chemioterapica contenente platino come trattamento di prima linea del NSCLC in stadio avanzato e con positività IHC per PD-L1 uguale o superiore al 50%. Vengono screenati più di 1.900 pazienti per randomizzarne più di 300 e questo è sicuramente un fattore da tenere in considerazione nella lettura del dato perché sottolinea la selezione della popolazione e l’impatto che questo avrà sulla pratica clinica. Lo studio è positivo in termini di ORR (44,8% per pembrolizumab vs 27,8% per la chemioterapia), di PFS (HR 0,50) e in termini di sopravvivenza a 6 mesi (80,2% per pembrolizumab group vs 72,4% per la chemioterapia, HR 0,60; IC 95%: 0,41 – 0,89; p = 0,005). Il profilo di tollerabilità rispecchia quello che già abbiamo appreso da altri trials in altri setting ed è sicuramente a favore dell’immunoterapia. Il dato è indubbiamente di elevato interesse poiché vede, per un selezionato gruppo di pazienti, un nuovo approccio terapeutico nella prima linea di trattamento.