Expression of PD-L1 has been shown to be upregulated in some patients with gastric cancer. As part of the phase 1b KEYNOTE-012 study, we aimed to assess the safety and activity of the anti-PD-1 antibody pembrolizumab in patients with PD-L1-positive recurrent or metastatic adenocarcinoma of the stomach or gastro-oesophageal junction. This study was a multicentre, open-label, phase 1b trial done at 13 cancer research centres in the USA, Israel, Japan, South Korea, and Taiwan. We enrolled patients with PD-L1-positive recurrent or metastatic adenocarcinoma of the stomach or … (leggi tutto)
La moderna terapia del carcinoma gastrico dipende dalla biologia molecolare della patologia e l’esperienza del Cancer Genome Atlas ci ha insegnato esistono specifiche tipologie molecolari del carcinoma gastrico, con un differente profilo immunogenico. Un altro interessante dato è che nella scala relativa al carico mutazionale nei tumori solidi, il carcinoma gastrico si attesta tra le prime posizioni. Inoltre, l’espressione di PD-L1 e PD-L2 è elevata nella patologia specifica. Lo studio sito-specifico KEYNOTE 012 testa un farmaco PD-L1 inibitore (pembrolizumab somministrato alla dose di 10 mg/Kg ogni 2 settimane) in pazienti con malattia gastrica avanzata. Tra le caratteristiche di inclusione nello studio ricordiamo le buone condizioni generali (ECOG PS 0-1) ed il precedente trattamento per malattia avanzata (il 50% dei pazienti aveva ricevuto almeno 3 linee di terapia). Necessaria inoltre la positività per PD-L1. Endpoint primario, coerente con il disegno di fase Ib, era la safety e la tolleranza. In un tempo molto breve, nello studio di Muro
et al presentato preliminarmente all’ESMO 2015, sono stati arruolati 39 pazienti (19 di origine asiatica e 20 di etnia caucasica). La tolleranza al trattamento è stata molto buona: pochi effetti collaterali avevano un’incidenza superiore al 10% (ipotiroidismo, fatigue e calo dell’appetito). Anche gli effetti collaterali immuno-mediati hanno avuto un’incidenza trascurabile. Molto interessante il tasso di risposta, comunque lo si consideri: sia stabilito dagli investigatori (30% nella coorte caucasica, 37% in quella asiatica) che confermato dalla revisione ‘blinded’ indipendente (21% nella coorte caucasica, 24% in quella orientale), peraltro spesso corrispondente ad una lunga durata del controllo di malattia (circa 40 settimane). La sopravvivenza mediana nei pazienti trattati ha superato gli 11 mesi. Mentre la schiera degli immunoterapici nel carcinoma gastrico si arricchisce di un importante protagonista, rimane da stabilire il cut-off della selezione immunoistochimica per PD-L1, riflettere sulla gestione delle pseudo-progressioni nella pratica clinica e raccogliere informazioni sulla predittività di risposta in caso di pregressa infezione batterica (Helicobacter Pilory) o virale (EBV).