Background Merkel-cell carcinoma is an aggressive skin cancer that is linked to exposure to ultraviolet light and the Merkel-cell polyomavirus (MCPyV). Advanced Merkel-cell carcinoma often responds to chemotherapy, but responses are transient. Blocking the programmed death 1 (PD-1) immune inhibitory pathway is of interest, because these tumors often express PD-L1, and MCPyV-specific T cells express PD-1. Methods In this multicenter, phase 2, noncontrolled study, we assigned adults with advanced Merkel-cell carcinoma who had received no previous systemic therapy to receive pembrolizumab … (leggi tutto)
La recente pubblicazione sulla prestigiosa ‘vetrina’ del NEJM documenta l’attività di un farmaco anti-PD1 (pembrolizumab) in un tumore raro come il tumore a cellule di Merkel. Tale neoplasia va quindi ad aggiungersi alla lista, in costante allungamento, delle neoplasie in cui si configura un ruolo per tale famiglia di farmaci. Lo studio di fase II a singolo braccio, disegnato secondo un classico disegno di Simon a 2 stadi, ha documentato un’elevata percentuale di pazienti rispondenti in una patologia che invece risponde molto male alla chemioterapia. È interessante sottolineare che l’espressione di PD-L1 non sembra avere un ruolo predittivo sull’attività di pembrolizumab nei pazienti con tumore a cellule di Merkel e tale dato va ad incasellarsi nel confuso scenario delle evidenze relative al ruolo predittivo di PD-L1 per questi farmaci nelle varie neoplasie. Il tumore a cellule di Merkel rappresenta anche un setting interessante per valutare il ruolo predittivo del carico antigenico del tumore: tale neoplasia, infatti, in alcuni casi è caratterizzata da positività per il poliomavirus (e si tratta di casi mediamente caratterizzati da basso carico antigenico), mentre in altri casi ha un’eziologia riferibile al danno provocato dalle radiazioni ultraviolette (e quindi si tratta di casi mediamente caratterizzati da elevato carico antigenico). I dati dei sottogruppi nella pubblicazione del NEJM evidenziano una buona proporzione di risposte obiettive in entrambi i gruppi e, quindi, anche il ruolo predittivo del carico antigenico sull’attività di questa classe di farmaci rimane non precisamente definito.