mercoledì, 4 dicembre 2024
Medinews
9 Marzo 2018

Outpatient Management of Fever and Neutropenia in Adults Treated for Malignancy: American Society of Clinical Oncology and Infectious Diseases Society of America Clinical Practice Guideline Update

To provide an updated joint ASCO/Infectious Diseases Society of American (IDSA) guideline on outpatient management of fever and neutropenia in patients with cancer. ASCO and IDSA convened an Update Expert Panel and conducted a systematic review of relevant studies. The guideline recommendations were based on the review of evidence by the Expert Panel. Six new or updated meta-analyses and six new primary studies were added to the updated … (leggi tutto)

La prevenzione e il trattamento adeguato della neutropenia febbrile sono di fondamentale importanza in oncologia per evitare l’insorgere di complicanze gravi, anche fatali, che si possono manifestare in circa il 25 – 30% dei casi. Questo aggiornamento delle linee guida congiunte ASCO/IDSA (Società Americana di malattie infettive) sulla gestione della neutropenia febbrile nei pazienti in terapia oncologica pone l’accento sulla stratificazione del rischio di complicanze (ipotensione, insufficienza d’organo, aritmie, sanguinamenti, addome acuto, CID, ecc.), in modo da indirizzare verso il ricovero ospedaliero i pazienti a più alto rischio, lasciando ad una gestione ambulatoriale i pazienti stabili e con un basso rischio. La selezione può esser fatta secondo dei criteri clinici ben stabiliti oppure mediante degli score già validati, quali MASCC score o Talcott’s rules. A questi, oggi si aggiunge il CISNE (Clinical Index of Stable Febrile Neutropenia), che prende in considerazione diversi fattori (Performance Status, comorbidità cardiovascolari e polmonari, presenza di mucosite > G2, conta dei monociti < 200/µL, iperglicemia indotta da stress) e che è stato validato su una popolazione di 1.133 pazienti clinicamente stabili con neutropenia febbrile, dimostrando degli outcomes migliori rispetto agli score già esistenti. Queste linee guida, inoltre, rappresentano uno strumento molto utile nella gestione pratica dei pazienti a basso rischio poichè forniscono delle raccomandazioni sul timing e sul tipo di antibiotici da utilizzare e sui paramentri biochimici da prendere in considerazione per il monitoraggio della risposta al trattamento. In futuro le linee guida verranno ampliate con la pubblicazione di apposite raccomandazioni anche sulla profilassi.
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