Roma, 12 marzo – Nessuna possibilità per medici e infermieri di appellarsi all’obiezione di coscienza nell’esecuzione delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) e nessun obbligo per le aziende sanitarie di garantirne l’attuazione. La Commissione Sanità del Senato ha votato gli emendamenti agli articoli 7 e 8 (nel testo originario, ora 5 e 6) del Ddl Calabrò sul testamento biologico, ha respinto l’emendamento presentato dal senatore Pd Daniele Bosone che ridefiniva il ruolo del medico tracciato nell’articolo 8 del provvedimento. “Ci sono metodi e toni autoritari – afferma Bosone – di una maggioranza che su questo provvedimento si chiude a riccio come fosse una creatura perfetta da difendere”, precisa. “In realtà – fa notare il senatore Pd – si sta facendo una legge che, di fatto, è applicabile solo alle persone in stato vegetativo, ma si va avanti comunque in modo sordo e cieco, esercitando pressione su chi, nel centro destra, sembra rendersi conto dell’assurdità di alcuni passaggi del provvedimento. Sull’articolo 1”, ovvero quello che regola i principi del Ddl, “abbiamo dialogato e io propongo di riprendere quel confronto. Noi siamo pronti a collaborare, ma dall’altra parte non deve esserci chiusura. Altrimenti verrà fuori una legge distante dalla realtà del Paese e dalla Costituzione”. Gli emendamenti approvati all’articolo 7 e 8, “sono solo di forma e non introducono nessun cambiamento sostanziale”, assicura Bosone.
SIEnews – Numero 6 – 19 marzo 2009