venerdì, 2 giugno 2023
Medinews
30 Settembre 2016

No Conflict, No Interest

Oncology research and clinical advancements often require financial partnerships and collaborations between industry and oncology physicians and researchers. These relationships between oncology and industry are increasing, and concerns exist regarding the extent to which financial conflicts of interest (FCOIs) can influence medical decisions and physician behavior. Thus, there is a pressing need to better understand the effects of FCOIs on both practicing oncologists and academic researchers. In this issue of JAMA Oncology, Mitchell et al describe the prevalence of … (leggi tutto)

“No conflict, no interest” recita l’editoriale che accompagna un interessante studio pubblicato su JAMA Oncology, a sottolineare che un certo grado di conflitti di interesse (in termini di coinvolgimento con l’industria farmaceutica), tra gli specialisti più esperti in un determinato setting, è nei fatti inevitabile. L’analisi ha preso in considerazione i componenti dei panel di 4 linee guida del National Comprehensive Cancer Network (NCCN), recuperando i dati relativi ai conflitti di interesse finanziari. In verità non sorprende leggere che, di 125 componenti dei suddetti panel, 108 avevano almeno 1 conflitto di interesse: l’84% aveva ricevuto pagamenti “generici” (tra cui compensi per consulenze, prestazioni occasionali, ecc.) e il 47% aveva ricevuto grant per ricerca (inclusi fondi per progetti sperimentali e studi clinici). Ovviamente, è da sottolineare che tali compensi non sono necessariamente un “conflitto”, ma rappresentano la “fotografia” di un rapporto che può rappresentare un problema (anche in totale buona fede) per le valutazioni legate ai quesiti delle linee guida. L’ASCO impone un limite percentuale (50%) nel numero di estensori con conflitti di interesse rispetto al totale dei componenti del panel, mentre l’NCCN impone un “tetto” ai compensi consentiti ed esclude chi abbia conflitti di interesse significativi dalle valutazioni potenzialmente “correlate” a tali conflitti. Aaron Mitchell, Ethan Basch e Stacie Dusetzina, nelle conclusioni dell’articolo, sottolineano che, vista l’enorme percentuale di estensori con conflitti di interesse, diventa cruciale identificare regole trasparenti per evitare un eventuale bias, senza peraltro escludere dalle decisioni scientifiche i massimi esperti dell’argomento.
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