sabato, 25 marzo 2023
Medinews
27 Aprile 2018

Neoadjuvant PD-1 Blockade in Resectable Lung Cancer

Antibodies that block programmed death 1 (PD-1) protein improve survival in patients with advanced non–small-cell lung cancer (NSCLC) but have not been tested in resectable NSCLC, a condition in which little progress has been made during the past decade. In this pilot study, we administered two preoperative doses of PD-1 inhibitor nivolumab in adults with untreated, surgically resectable early (stage I, II, or IIIA) NSCLC. Nivolumab (at a dose of 3 mg per … (leggi tutto)

Lo studio è stato condotto al Johns Hopkins University e al Memorial Sloan Kettering Cancer Center su 21 pazienti affetti da NSCLC resecabile in stadio I, II, or IIIA. NSCLC trattati con nivolumab 3 mg/kg ogni 2 settimane con approccio chirurgico programmato dopo 4 settimane circa dalla prima dose. Globalmente 20 dei 21 pazienti hanno ricevuto 2 dosi di nivolumab. L’intervallo mediano tra la seconda dose di nivolumab e la chirurgia è stato di 18 giorni (range = 11–29). Eventi avversi correlati al trattamento (di ogni grado) si sono verificati in 5 pazienti (23%), essendo solo 1 evento di grado ≥ 3. Su 21 neoplasie resecate, 20 sono resezioni complete e la maggior risposta patologica viene registrata in 9 (45%) dei 20 tumori resecati. Una risposta completa viene riportata nel tumore primario di 3 pazienti e in uno di loro viene identificata malattia residua nei linfonodi ilari. Le risposte sono state osservate sia nei pazienti con espressione di PD-L1 che nei pazienti negativi. Con un follow-up mediano di 12 mesi (range: 0,8-19,7), 16 (80%) su 20 dei pazienti resecati erano in vita e privi di recidiva di malattia.
Su 11 pazienti resecati viene effettuata analisi di ‘whole-exome sequencing’, oltre che la valutazione del ‘tumor mutational burden’ (TMB) medio, che risulta essere significativamente più alto in quelli con vs senza risposta patologica (311 vs 74; p = 0,01). Il numero delle alterazioni di sequenza è risultato essere inversamente proporzionale alla percentuale di tumore residuo. Nessuna significativa correlazione fra TMB ed espressione di PD-L1.
Il numero dei linfociti T riscontrati a livello tumorale e su sangue periferico aumenta dopo il trattamento con nivolumab in 8 su 9 pazienti. Ovviamente questo è uno studio di piccole dimensioni, ma va considerato il setting di malattia (neoadiuvante), il disegno traslazionale e le ipotesi che vengono generate, che potranno essere indubbiamente spunto di future valutazioni.
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