I due trattamenti, chirurgico e farmacologico, sono complementari e oggetto di nuovi studi in popolazioni più ampie per verificarne l’efficacia
Esperti del dipartimento di Urologia della University of Texas, M. D. Anderson Cancer Center, di Houston hanno preparato una recensione sul carcinoma renale metastatico, tradizionalmente associato a prognosi sfavorevole e a bassa efficacia delle terapie a disposizione. Nel trattamento multimodale del carcinoma renale metastatico, la nefrectomia citoriduttiva (NC) è divenuta standard di cura dopo che due trial randomizzati hanno dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale nei pazienti sottoposti a NC prima del trattamento con interferone. Più recentemente, molti agenti (sunitinib, sorafenib, temsirolimus, everolimus e bevacizumab) sono stati sviluppati per colpire i meccanismi di angiogenesi e crescita cellulare coinvolti nella patogenesi del carcinoma renale metastatico. La recensione di Abel e Wood, pubblicata nella rivista Nature Reviews Urology (leggi abstract originale), ribadisce la validità delle terapie target, che hanno condotto ad esiti migliori rispetto alla terapia con citochine ed hanno trasformato, così, il trattamento del carcinoma renale metastatico. Le terapie target sono utilizzate come trattamento sistemico di prima linea in questi pazienti con un successo senza precedenti e molti studi si stanno ora focalizzando sul ruolo della NC in combinazione con questi nuovi farmaci per i pazienti con carcinoma renale metastatico.Renal Cancer Newsgroup – Numero 7 – Luglio 2009