Multiparametric magnetic resonance imaging (MRI), with or without targeted biopsy, is an alternative to standard transrectal ultrasonography-guided biopsy for prostate-cancer detection in men with a raised prostate-specific antigen level who have not undergone biopsy. However, comparative evidence is limited. In a multicenter, randomized, noninferiority trial, we assigned men with a clinical suspicion of prostate cancer who had not undergone biopsy previously to … (leggi tutto)
La RMN multiparametrica con o senza biopsia prostatica “target”, rappresenta una valida alternativa alla classica biopsia transrettale eco-guidata. Tuttavia, fino a questo momento, gli unici dati di confronto tra le due metodiche si basavano su piccoli studi monocentrici, spesso contraddittori tra di loro.In questo paper vengono pubblicati i dati dello studio PRECISION, uno studio multicentrico randomizzato condotto su 500 uomini con sospetto clinico di cancro alla prostata (definito come un elevato valore di PSA, inferiore comunque a 20 ng/ml, un esame digito-rettale anormale o entrambi). I soggetti venivano randomizzati ad eseguire la biopsia standard transrettale eco-guidata (10-12 prese bioptiche in sedi anatomiche ben stabilite) oppure a sottoporsi alla RMN multiparametrica, esame che prevede la classificazione delle lesioni evidenziate in 5 diverse classi di rischio secondo i criteri PI-RADS. Gli uomini con lesioni sospette (score da 3 a 5) venivano poi sottoposti ad una biopsia mirata sulla lesione stessa, con l’ausilio di varie tecniche imaging-guidate in base all’esperienza del centro partecipante. L’obiettivo primario dello studio era la percentuale di diagnosi di cancro “clinicamente significativo” (Gleason score > o uguale a 7). Nel 28% dei soggetti sottoposti a RMN non è stato successivamente necessario eseguire l’approfondimento bioptico in quanto le lesioni apprezzabili non erano sospette per una malattia clinicamente rilevante.
La RMN multiparametrica con biopsia target è risultata essere non inferiore e addirittura superiore rispetto allo standard nel diagnosticare cancro della prostata clinicamente rilevante (38% versus 26% del gruppo con la biopsia standard). Inoltre con tale procedura meno uomini (9% versus 22%) corrono il rischio di ricevere una diagnosi di carcinoma clinicamente non rilevante (Gleason 6) e quindi di essere sottoposti a trattamenti invasivi che non impattano sulla sopravvivenza ma che non sono scevri da effetti collaterali. Dal punto di vista della qualità di vita e della sicurezza, le due procedure sono sovrapponibili per ciò che concerne le complicanze immediate, mentre ad un follow up a 30 giorni il gruppo di uomini sottoposti a RMN presentava meno complicanze, sia per il minore numero di soggetti sottoposti alla biopsia, sia per il minore numero di prese bioptiche necessarie con la tecnica “target”.
L’utilizzo sempre maggiore di un tale approccio per la diagnosi delle neoplasie prostatiche porterebbe, a lungo andare, anche ad un risparmio economico grazie alla diagnosi più precoce delle malattie clinicamente rilevanti e alla minore incidenza dei casi insignificanti con conseguente diminuzione del numero di trattamenti non necessari. Tuttavia, affinchè la biopsia “target” con utilizzo della RMN multiparametrica diventi il nuovo standard nella diagnosi del carcinoma prostatico, occorrerebbe aumentare i centri provvisti di tale expertise (ad oggi esigui su tutto il territorio nazionale) nonchè formare adeguatamente radiologi e urologi dedicati che possano lavorare in sinergia all’interno di vere e proprie “prostate units”.