Neoadjuvant chemotherapy (NACT) for early breast cancer can make breast-conserving surgery more feasible and might be more likely to eradicate micrometastatic disease than might the same chemotherapy given after surgery. We investigated the long-term benefits and risks of NACT and the influence of tumour characteristics on outcome with a collaborative meta-analysis of individual patient data from relevant randomised trials. We obtained information about … (leggi tutto)
La presente metanalisi riporta i dati a lungo termine di oltre 4.500 pazienti arruolate in 10 studi clinici randomizzati che hanno confrontato un approccio chemioterapico neoadivante vs adiuvante. I risultati confermano una maggiore probabilità di chirurgia mammaria conservativa associata all’uso della terapia neoadiuvante. In termini di recidiva a distanza, mortalità da carcinoma mammario e mortalità per qualsiasi causa, non sussiste nessuna differenza tra i due approcci terapeutici, come già suggerito da analisi precedenti. Si dimostra invece un maggiore rischio di recidive locali associato al trattamento neoadiuvante. Questa differenza in recidive locali tra i due trattamenti era maggiormente evidente nei due studi che non prevedevano obbligatoriamente la chirurgia al termine della neoadiuvante, tuttavia veniva mantenuta anche negli altri 8
trials. Questi risultati in parte possono derivare dal maggiore utilizzo di tecniche chirurgiche conservative per le pazienti trattate con chemioterapia neoadiuvante. Ad ogni modo, i dati presentati vanno contestualizzati. Infatti, gli studi presi in considerazione sono stati condotti tra il 1983 e il 2002 e i dati relativi all’utilizzo della radioterapia postoperatoria non sono disponibili. Pertanto i tassi di recidive locali potrebbero rappresentare una sovrastima rispetto agli attuali, tenendo in considerazione i miglioramenti nella tecnica chirurgica, localizzazione tumorale, esame anatomo-patologico, radioterapia complementare e terapie neoadiuvanti e adiuvanti efficaci. La terapia neoadiuvante rappresenta una strategia importante per determinare un
downstaging del tumore e offrire l’opportunità di una chirurgia conservativa a donne che per stadio iniziale sarebbero candidate a mastectomia, con la stessa efficacia in termini di sopravvivenza. I risultati in termini di recidive locoregionali, con adeguata contestualizzazione, ci ricordano l’importanza di una attenta valutazione in ambito multidisciplinare che comprenda, tra gli altri aspetti, una corretta determinazione dell’estensione tumorale prima e al termine della chemioterapia preoperatoria, la scelta del trattamento locoregionale più adeguato e una precisa descrizione anatomopatologica.