mercoledì, 4 dicembre 2024
Medinews
8 Maggio 2009

LINFOMA DI HODGKIN CLASSICO: LINEE GUIDA DI SIE, SIES E GITMO

Raccomandazioni congiunte per la diagnosi, la terapia e il follow-up di questa forma di linfoma

La Società italiana di ematologia (SIE), quella di ematologia sperimentale (SIES) e il Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo (GITMO) hanno sviluppato congiuntamente le linee guida per la diagnosi, terapia e follow-up dei pazienti con Linfoma di Hodgkin (LH) classico. Gli aspetti fondamentali relativi alla valutazione clinica e al trattamento di questa malattia sono stati identificati da un Advisory Committee e successivamente discussi e approvati da un Pannello di Esperti (PE), costituito da ematologi e un radioterapista. La pubblicazione nella rivista Haematologica (leggi abstract originale) comprende una revisione completa e sistematica della letteratura e le raccomandazioni del PE espresse in base all’evidenza clinica. Per l’interpretazione delle evidenze cliniche e per la formulazione delle raccomandazioni in assenza di forte evidenza è stato usato un approccio esplicito di consenso delle metodologie. Il PE ha deciso che il target delle linee guida dovesse comprendere solo il LH classico, come definito dalla classificazione WHO, ed escludere invece l’istologia a predominanza linfocitaria. Raccomandazioni separate dovrebbero essere prodotte per la fase preparatoria, la terapia di prima linea della malattia in stadio precoce e avanzato, per le procedure di monitoraggio e la terapia di salvataggio; ulteriori raccomandazioni verranno sviluppate selettivamente per i pazienti anziani. La valutazione pre-trattamento con TAC volumetrica ‘total-body’ è ritenuta necessaria, mentre la PET-FDG viene solo suggerita. Per quanto riguarda la malattia in stadio precoce, viene raccomandato un approccio a modalità combinata con ABVD seguito da radioterapia ‘involved field’; il numero di cicli di ABVD dipenderà dalla categoria di rischio del paziente (favorevole o sfavorevole). Nella malattia in stadio avanzato è raccomandata una chemioterapia a pieno dosaggio con ABVD; mentre la radioterapia adiuvante non è ritenuta necessaria nei pazienti senza massa iniziale in remissione completa. Negli anziani, i regimi chemioterapici più intensivi tipo ABVD non sono raccomandati ed è suggerita una valutazione precoce della risposta mediante PET-FDG. I pazienti recidivanti o refrattari alla terapia dovrebbero ricevere chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche. Il trapianto allogenico è invece raccomandato nei pazienti con recidiva dopo trapianto autologo. Viene raccomandata infine la necessità di informare i pazienti circa i possibili effetti sulle gonadi garantendo a quelli in età fertile tutte le misure di preservazione della fertilità prima dell’inizio della terapia.


SIEnews – Numero 9 – 14 maggio 2009
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