venerdì, 2 giugno 2023
Medinews
10 Febbraio 2016

Interpreting febrile neutropenia rates from randomized controlled trials for consideration of primary prophylaxis in the real world: A systematic review and meta-analysis

Guidelines recommend primary prophylaxis (PP) with granulocyte colony stimulating factors (G-CSF) for patients above a febrile neutropenia (FN) risk threshold of 20%. Practitioners often use FN rates of regimens based on data from randomized controlled trials (RCTs), which are often comprised of highly selected patients. Patients in the community setting may be at higher risk of FN. A systematic literature search was … (leggi tutto)

È opinione comune che, in considerazione della selezione dei pazienti eleggibili per l’inclusione nelle sperimentazioni cliniche, l’incidenza di alcune tossicità può risultare maggiore nella pratica clinica rispetto a quanto riportato negli studi registrativi. Per quanto riguarda la neutropenia febbrile, le linee guida attualmente in vigore raccomandano l’impiego profilattico dei fattori di crescita quando l’incidenza della tossicità è maggiore del 20%. Tale dato, però, è desunto dagli studi clinici: la metanalisi pubblicata su Annals of Oncology ci illustra che l’incidenza di neutropenia febbrile negli studi osservazionali (quindi con una popolazione di pazienti meno selezionata) è costantemente maggiore, a parità di schemi di trattamento, rispetto agli studi registrativi. Tale dato non vuole – ovviamente – essere un invito all’impiego indiscriminato ed eccessivo della profilassi, ma invita alla riflessione sulla trasferibilità dei dati delle sperimentazioni nella pratica clinica.
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