La combinazione, più efficace della monoterapia, ha impedito la progressione nella metà dei pazienti, ma la percentuale è maggiore se le lesioni sono limitate ai polmoni
Già in uno studio precedente, ricercatori dell’Università di Tsukuba in Giappone hanno osservato migliori benefici con una terapia di combinazione con interleuchina-2 e interferone-alfa, rispetto alla monoterapia, specialmente nel trattamento delle metastasi polmonari del carcinoma renale. La conoscenza dei marcatori genetici nei pazienti che rispondono positivamente alla terapia, sarà utile per la valutazione futura. In questo studio multi-istituzionale aperto sono stati arruolati pazienti con metastasi polmonari non trattate, che hanno ricevuto interleuchina-2 (0.7 x 106 U/giorno) e interferone-alfa (6 x 106 UI/giorno) 5 giorni alla settimana la prima e 3 giorni alla settimana la seconda per le prime 8 settimane, quindi per le successive 16 settimane entrambe i farmaci 2 o 3 giorni alla settimana. Nei 42 pazienti valutabili, lo studio pubblicato nel Japanese Journal of Clinical Oncology (leggi abstract originale) ha evidenziato una percentuale di risposta clinica globale del 35.7% (15 di 42), che includeva 2 pazienti che hanno risposto completamente. I pazienti che non mostravano progressione erano più frequentemente quelli affetti da metastasi solo polmonari (80.6%), una percentuale più bassa è stata osservata tra i pazienti con metastasi a polmone e ad altri organi (54.5%). La riduzione della massa tumorale è stata osservata nell’81.0% (34 di 42) dei pazienti e la percentuale di sopravvivenza libera da progressione a 200 giorni è stata del 63.6%. I sintomi di tossicità più frequenti erano simili all’influenza e caratteristici delle citochine, come quelli manifestati dopo trattamento con un singolo agente. Gli autori dello studio confermano l’efficacia della terapia di combinazione con interleuchina-2 e interferone-alfa nei pazienti con carcinoma renale che presentano metastasi polmonari. L’indagine dei marcatori genetici verrà condotta sui campioni prelevati dai pazienti durante questo studio.Renal Cancer Newsgroup – Numero 7 – Luglio 2010