Rassegna che riassume le evidenze cliniche più accreditate per il trattamento e la gestione della malattia, non disdegnando l’importanza che studi meno controllati ed esperienza clinica possano assumere per particolari gruppi di pazienti
I pazienti con carcinoma renale metastatico a cellule chiare hanno a disposizione 5 nuovi farmaci per la terapia target: sorafenib, sunitinib, temsirolimus, bevacizumab (in combinazione con interferone) ed everolimus. Questi agenti hanno dimostrato la loro efficacia in studi randomizzati controllati. Rispetto al periodo in cui le citochine rappresentavano l’unica alternativa di trattamento sistemico, le decisioni e la gestione medica di questi pazienti hanno assunto enorme importanza. I clinici devono cercare di personalizzare la terapia alle caratteristiche del paziente e considerare la possibilità di utilizzare questi farmaci in sequenza. Vari gruppi di esperti hanno perseguito, in questo senso, la definizione di linee guida di trattamento. Come per altre patologie, le linee guida per il carcinoma renale metastatico dovrebbero definire le raccomandazioni, basate sull’evidenza, per una migliore pratica clinica e favorire la loro diffusione. L’articolo pubblicato nella rivista British Journal of Urology International (leggi abstract originale) suggerisce l’importanza dei dati ottenuti da trial clinici di fase III (evidenza di Livello 1) e indica, d’altra parte, che le linee guida hanno bisogno di un continuo aggiornamento alla luce dei nuovi dati. Tuttavia, ci sono questioni che ampi studi clinici randomizzati e controllati non possono affrontare direttamente. Questo è il caso di particolari gruppi di pazienti con carcinoma renale metastatico: gli anziani e quelli che presentano comorbilità. In queste circostanze, anche dati ottenuti da studi meno controllati e l’esperienza clinica possono giocare un ruolo chiave. Certe linee guida, sebbene non tutte, rispettano il contributo che queste fonti possono apportare.Renal Cancer Newsgroup – Numero 4 – Aprile 2009