Studio randomizzato controllato verso placebo condotto dall’Adult Leukaemia Working Party dello United Kingdom Medical Research Council non dimostra alcun vantaggio
Il ruolo di G-CSF come terapia di supporto dopo chemioterapia intensiva di induzione per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (LMA) è stato investigato in uno studio clinico randomizzato. G-CSF (263 μg/die), o placebo, sono stati somministrati dal giorno 8 dalla conclusione del trattamento chemioterapico fino al recupero dei neutrofili (0.5×109/l) a 803 pazienti arruolati nello studio. I ricercatori hanno osservato che il recupero del numero di neutrofili era più rapido con G-CSF (p < 0.0001), ma questo non si associava ad alcuna riduzione del numero, gravità o durata delle infezioni. Lo studio, pubblicato nel British Journal of Haematology (leggi abstract originale), non ha documentato alcun miglioramento sostanziale in termini di terapia di supporto, sebbene i pazienti che avevano ricevuto G-CSF siano rimasti ospedalizzati 2 giorni in meno rispetto al controllo (p = 0.01). Le percentuali di remissione completa (RC) (73% con G-CSF, 75% in placebo, p = 0.5), le cause di fallimento (morte in induzione: p = 0.7; resistenza: p = 0.5) e l’intervallo libero da malattia a 5 anni (34% vs 38%; p = 0.3), erano simili in entrambi i bracci. La sopravvivenza globale a 5 anni era del 29% nel braccio con G-CSF e 36% in quello con placebo (p = 0.10). Nei pazienti con età ≤ 40 anni trattati con G-CSF, la percentuale di RC (p = 0.006) e la sopravvivenza globale (p = 0.006) erano inferiori rispetto a coloro che avevano ricevuto placebo, ma ciò potrebbe essere casuale. Questo trial suggerisce un possibile effetto negativo del G-CSF, ma sono necessari altri studi per convalidare tale ipotesi.SIEnews – Numero 14 – 23 luglio 2009