martedì, 3 ottobre 2023
Medinews
13 Maggio 2016

Effects of Estrogen Receptor and Human Epidermal Growth Factor Receptor-2 Levels on the Efficacy of Trastuzumab: A Secondary Analysis of the HERA Trial

A number of studies suggest that response to antihuman epidermal growth factor receptor-2 (currently known as ERBB2, butreferred to asHER2 in this study) agents differs by estrogen receptor (ER) level status. The clinical relevance of this is unknown. To determine the magnitude of trastuzumab benefit according to quantitative levels of ER and HER2 in the HERceptin Adjuvant (HERA) trial. The HERA trial was an international, multicenter, randomized trial that included 5099 patients with early-stage HER2-positive breast cancer, randomized between 2001 and 2005 to receive either no … (leggi tutto)

Molto interessante l’analisi secondaria dello studio HERA recentemente pubblicata su JAMA Oncology. Il trastuzumab nel trattamento adiuvante del tumore della mammella HER2+ ha indubbiamente prodotto risultati tra i più interessanti della storia dell’oncologia. Peraltro, per quanto selezionate sulla base della positività per il target, non tutte le donne beneficiano allo stesso modo del trattamento con l’anticorpo. L’analisi ora pubblicata, basata sui dati delle pazienti trattate nello studio HERA, ha valutato il ruolo predittivo sull’efficacia del trattamento con trastuzumab del livello di espressione del recettore per gli estrogeni, della FISH ratio di HER2 e del livello di trascrizione del gene per il recettore degli estrogeni. Interessanti i risultati: le analisi esploratorie suggeriscono che l’efficacia del trastuzumab sia minore nel gruppo di pazienti con HER2 FISH ratio bassa (≥ 2 e < 5), e anche nel gruppo di pazienti con elevata trascrizione del gene per il recettore degli estrogeni. Molto interessante la lettura dell'editoriale di Anne Schott, che, riflettendo sull'applicabilità clinica di questi risultati, invita a considerare che i dati suggeriscono un'interazione quantitativa piuttosto che qualitativa, e che tale interazione quantitativa (beneficio minore ma nella stessa direzione) non è di per sé sufficiente a modificare le decisioni terapeutiche relative all'impiego di trastuzumab nei casi "triple positive".
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