Rispetto al trattamento standard, WBRT, dosi superiori offrono un tasso di sopravvivenza globale più che doppio; un numero di lesioni inferiore a 4 è stato associato al controllo locale
La radioterapia panencefalica (WBRT) è il trattamento più comune delle metastasi cerebrali da carcinoma renale. La maggior parte dei pazienti, infatti, non può ricevere terapie più aggressive, come la procedura chirurgica o la radiochirurgia. La sopravvivenza globale (SG) rimane tuttavia bassa con il regime standard di WBRT (30 Gy in 10 frazioni). Ricercatori tedeschi hanno condotto un’analisi retrospettiva su 60 pazienti sottoposti a WBRT per metastasi cerebrali del carcinoma renale; hanno comparato i dati di 31 pazienti ai quali sono state somministrate 10 dosi da 3 Gy (WBRT standard) con quelli di 29 pazienti trattati con dosi più alte (40 Gy in 20 frazioni o 45 Gy in 15 frazioni). Hanno valutato la SG e il controllo locale della malattia, oltre ad altri fattori quali età del paziente, sesso, performance status, numero di metastasi, intervallo dalla diagnosi di carcinoma renale alla WBRT, metastasi extra-cerebrali, classe di analisi di partizione delle recidive (RPA) e anno di somministrazione della WBRT. Lo studio pubblicato nella rivista International Journal of Radiation Oncology, Biology, Physics (leggi abstract originale) ha indicato una SG a 6 mesi del 29% dopo la dose standard e del 52% dopo dosi più elevate (p = 0.003), la SG a 12 mesi era del 13% e 47%, rispettivamente. In analisi multivariata, dosi più elevate di WBRT (p = 0.022), un punteggio di performance status di Karnofsky ≥ 70 (p = 0.017), un numero di metastasi cerebrali inferiore a 4 (p = 0.035) e la classe RPA 1 (p = 0.003) miglioravano la SG. Il controllo locale a 6 mesi era del 21% dopo la dose di 10 x 3 Gy e del 57% dopo dosi più alte (p = 0.013), quello a 12 mesi era invece del 7% e 35%, rispettivamente. In analisi multivariata, un numero di metastasi cerebrali inferiore a 4 (p < 0.001) era l’unico fattore associato al controllo locale, mentre è stato osservato solo un trend per il regime WBRT (p = 0.06) e per la classe RPA (p = 0.06). I dati dello studio suggeriscono che dosi crescenti di WBRT superiori a 10 x 3 Gy migliora la prognosi dei pazienti con metastasi cerebrali del carcinoma renale, tuttavia gli autori suggeriscono la conduzione di uno studio randomizzato con stratificazione per i fattori prognostici significativi prima di confermare i dati raccolti.Renal Cancer Newsgroup – Numero 6 – Giugno 2010