Whole brain radiotherapy (WBRT) and dexamethasone are widely used to treat brain metastases from non-small cell lung cancer (NSCLC), although there have been no randomised clinical trials showing that WBRT improves either quality of life or overall survival. Even after treatment with WBRT, the prognosis of this patient group is poor. We aimed to establish whether WBRT could be omitted without a significant effect on survival or quality of life. The Quality of Life after Treatment for Brain Metastases (QUARTZ) study is a non-inferiority, phase 3 randomised trial done at 69 UK and three … (leggi tutto)
Nello studio emerge un minimo vantaggio dal trattamento con radioterapia panencefalica (WBRT) dei pazienti affetti da carcinoma polmonare non-a piccole cellule con secondarietà cerebrali. Di fatto, nulla cambia nella pratica clinica in quanto già ora, pur in assenza di questo dato randomizzato, la scelta di effettuare o meno il trattamento si basa su una valutazione multidisciplinare del paziente e su un’attenta valutazione da parte del radioterapista, delle caratteristiche di malattia, cliniche e comorbidità. Come sostiene il Dr. Andrea Filippi operante presso la Divisione di Radioterapia della Città della Salute di Torino:
“- evitiamo di prescrivere WBRT a pazienti in età superiore ai 60 anni, con KPS [Karnofsky performance status] inferiore a 70, con una malattia extra-cranica non controllata, perché questo studio conferma come non vi sia alcun beneficio; – cerchiamo di selezionare meglio i pazienti ‘fit’ per radiochirurgia, certamente più efficace e meglio tollerata, attraverso un impiego adeguato della RMN e di markers molecolari, che di fatto candidano i pazienti a terapie più efficaci anche sulle localizzazioni cerebrali; – usiamo la WBRT soltanto in casi di diffusione estesa di malattia in pazienti ‘fit’ non candidabili ad approccio stereotassico, dopo colloquio adeguato con paziente e familiari su rischi e benefici dell’approccio”.