Despite the surge of interest in improving provider communication, empirical research is sparse on the determinants and outcomes of cancer survivors’ satisfaction with healthcare provider communication. Longitudinal Medical Expenditure Panel Survey data spanning 2008 through 2014 was used to identify 4,588 respondents who were ever diagnosed with cancer. A composite score was generated by combining 5 measures of satisfaction. We used multivariate logistic … (leggi tutto)
Questo studio dell’American Cancer Society ancora una volta evidenzia come una migliore comunicazione da parte degli operatori sanitari conduca ad una maggiore compliance nei pazienti oncologici.La comunicazione è senza dubbio un passaggio fondamentale per il paziente oncologico, che necessita di informazioni, spiegazioni, conferme, rassicurazioni, in termini di diagnosi, cura e in alcuni Paesi anche in termini economici. Lo studio pubblicato utilizza dati dal Medical Expenditure Panel Survey (MEPS) dal 2008 al 2014 su un totale di 4.588 pazienti definiti come “cancer survivors”, di cui 2.257 in età compresa fra 18 e 64 anni (età mediana 54 anni), mentre gli altri 2.331 in età superiore ai 65 anni (età mediana 75 anni). La soddisfazione in termini di comunicazione veniva testata attraverso il Consumer Assessment of Healthcare Providers.
I pazienti usavano una scala a 4 gradi da “mai” a “sempre” per indicare l’accuratezza delle spiegazioni e la capacità di comprensione di quanto comunicato. Era prevista anche una scala di soddisfazione da 0 a 10 su 12 mesi e si teneva conto del numero di visite e in quali dipartimenti e, trattandosi di US, anche di costi.
Per entrambe i gruppi di diversa età, viene riportato come uno stato di salute al basale migliore abbia livelli di soddisfazione più elevati, suggerendo che le circostanze più complesse hanno un impatto negativo sulla percezione dei pazienti nella fase di comunicazione. Viene sottolineato come pazienti diversi necessitino una comunicazione diversa in termini di modalità e tempo dedicato sia al momento della diagnosi che durante la storia di malattia. Lo studio riporta anche una maggiore soddisfazione da parte di quei pazienti che avevano anche la possibilità di comunicare elettronicamente con i propri referenti. Viene conclusa che una maggiore e migliore comunicazione riduce i livelli di ansia e di stress dei pazienti migliorandone l’aderenza alle cure.
Sicuramente non si tratta di un argomento nuovo, che peraltro ancora una volta sottolinea la necessità di investire in capacità comunicativa fin dal periodo di formazione degli operatori sanitari cosi come di far fronte alla problematica della scarsità del personale e, di rimando, riduzione dei tempi di visita per il paziente oncologico, cosa che certamente non facilita la comunicazione.